Quest’anno cade il quarantennale del rapimento e conseguente assassinio di Aldo Moro: un evento tragico e epocale, che ha rappresentato l’apice degli “anni di piombo” e ha segnato un punto di non ritorno nella storia del dopoguerra italiana. Tanti i saggi storiografici, e ancora più numerosi gli articoli sul tema, eppure, per chi non ha vissuto quegli anni, non è facile capire davvero la portata di quell’evento all’interno della vita quotidiana di un giovane dell’epoca: ad aiutarci a comprenderlo può essere un romanzo ambientato proprio in quegli anni, le cui vicende di sogni giovanili spezzati da violenti atti criminali sembrano rimandare, anche esplicitamente, alla strage di via Fani.

È proprio da quel 16 marzo del 1978 che hanno inizio le vicende narrate in “Al chiaro di Luna” di Ester Cavalli; quando le due amiche Elena Mattei e Maria Luisa Triscari si incontrano anni dopo il liceo in una località di vacanza, i loro ricordi vanno subito alle vicende di quel giorno in cui “un’Italia scioccata e sgomenta si era spontaneamente riversata nelle piazze per gridare il proprio ‘no'”. Il ritrovamento di una busta, firmata con la sigla delle Brigate Rosse, che rievoca un sanguinoso attentato non ancora compiuto, riporta le due amiche a ripercorrere le vicende dei loro anni liceali in cui si trovò invischiata Elena: quello che all’apparenza sembrava un “triangolo” amoroso piuttosto comune in adolescenza nascondeva infatti implicazioni ideologiche ben più drammatiche.

L’equilibrio di una narrazione a metà strada tra la quotidianità di una ragazza liceale e la tensione degli eventi di un punto cruciale nella storia dell’Italia del dopoguerra non è certo facile da mantenere, eppure Ester Cavalli c’è riuscita; se la premessa non è del tutto originale, in altre opere con ambizioni simili il lettore è spesso costretto alla sospensione dell’incredulità per ovviare a incongruenze della trama, oppure l’amalgama tra storia d’amore e Storia con la S maiuscola non è ben riuscito. Non è questo il caso di “Al chiaro di luna”, grazie a un ritmo narrativo serrato che coinvolge il lettore, e forse ancor di più grazie alla caratterizzazione molto curata dei personaggi: in particolar modo, Elena, all’apparenza la tipica liceale senza troppi pensieri, si troverà ad affrontare un impegnativo percorso di crescita emotiva quel giorno in cui si alzò dal letto “una Elena diversa, una Elena che non sarebbe mai più stata la stessa di prima”.

I due abiti che “Al chiaro di luna” riesce a indossare così bene si rispecchiano anche nello stile dell’autrice, molto curato e credibile sia nell’espressività tipicamente adolescenziale dei personaggi che nei toni più sobri del narratore; il ritmo di narrazione particolarmente fluido non solo consente di mantenere un ritmo serrato, simile a quello dei thriller, per tutte le 422 pagine del testo, ma contribuisce significativamente anche a restituire le atmosfere di tensione degli ultimi anni ’70 in Italia. Ricordandoci che, in fondo, quel clima di inquietudine e incertezza è sopravvissuto fino ai nostri giorni…

In sintesi, l’obiettivo ambizioso che Ester Cavalli si è posta con “Al chiaro di luna” si può dire che sia stato pienamente raggiunto, rendendo così il romanzo una lettura consigliata per un pubblico potenzialmente vasto, sia chi cerca un testo scorrevole e appasssionante ambientato nel cuore degli Anni di Piombo che chi ama i romanzi di formazione ma non disprezza l’approfondimento storico e le atmosfere che ricordano quelle di un thriller. Il romanzo è disponibili su numerose librerie online, tra cui Amazon, e su ordinazione in tutte le librerie.