Basta un oggetto, anche il più banale, a garantire l’accesso alla “tana del Bianconiglio”. Può essere un armadio, un muro posto tra due binari di una stazione o, come nel nostro caso, una pietra misteriosa custodita nel Santo Sepolcro… Poco importa, perché il segreto di un buon fantasy non è necessariamente l’originalità con cui il protagonista entra in un mondo parallelo, quanto la bravura dell’autore nel trasformare il libro in un oggetto magico, capace di trasportare chi legge in universi sconosciuti grazie al potere della fantasia.
“Il re della luce. L’ordine degli dèi oscuri”, il nuovo romanzo di Federico Carro, colpisce nel segno grazie a una trama intrigante e a uno stile aulico ed evocativo. Dopo l’ottimo esordio con “Il segreto del Verziere” (del quale trovate qui la nostra recensione), l’autore ligure ha colto la sfida del self publishing pubblicando il primo volume della trilogia “Il re della luce”.
In un mondo circondato da odio, distruzione e altrettanto disinteresse generale per la vita, come può sfociare l’amore in così tanto buio pien di rancore?
Fin dalle prime righe il lettore si trova a identificarsi con un crociato di nome Fedrick, passionale eroe destinato a imprese persino più grandi della prima crociata per la conquista di Gerusalemme. Egli infatti trova nel Santo Sepolcro una pietra che, rompendosi, si rivela un vero e proprio Vaso di Pandora: non solo libera un’entità malvagia, ma addirittura scaraventa l’ignaro eroe in un mondo parallelo. Fedrick decide così di iniziare un lungo cammino, nella speranza di raggiungere Eleonor, il suo grande amore, a Torino.
Nel corso del viaggio, tra mille insidie e incontro bizzarri, scopre però una terribile verità: la sua meta è la capitale di un impero proibito, a cui nessuno può accedere, neppure gli dèi…
Come immerso in una sorta di sogno ad occhi aperti, chi legge viene travolto dal susseguirsi degli eventi grazie al buon ritmo del racconto e grazie soprattutto alle descrizioni particolareggiate, mai fini a loro stesse. L’atmosfera fiabesca, che scaturisce dallo stile ricercato e barocco dell’autore, riporta alla mente i grandi poemi della letteratura cavalleresca e zooepica medievale.
Una nota di frizzante ironia accompagna tutto il racconto, perché il protagonista di questo calderone di romanticismo, avventura e mistero, è un eroe imperfetto, nel quale è inevitabile immedesimarsi.
Lo consiglio a chi ama i romanzi d’avventura e desidera lasciarsi sorprendere, fino alla fine.
Se la recensione ti ha incuriosito, guarda anche l’intrigante booktrailer proposto dall’autore:
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