Articolo a cura di Lorenzo Sartori, giornalista e autore di “Lo Strano caso di Michael Farner” e “Il Ritorno di Michael Farner”
“Ho visto un bellissimo film ieri sera.”
“Dove lo davano?”
“Alla tele, non ricordo il canale.”
“Ah. No, io i film li vedo solo al cinema. Amo troppo il Dolby Surround.”
Ragionamento snob? Dialogo surreale e fuori dal tempo?
Ora sostituite la parola film con libro, televisione con e-reader e dolby surround con… il profumo della carta (sì, sempre quello, manco fosse Chanel n. 5).
Non la voglio fare troppo lunga e sono certo che qualche cinefilo che si rifiuti di avere a casa un televisore da qualche parte c’è. Ma è innegabile che cinema e televisione, così come libri di carta ed ebook, siano due diversi modi di fruire contenuti simili e che uno non escluda l’altro.
Ho detto simili, non identici. Ma non mi riferisco solo al come i contenuti vengano fruiti. È innegabile che a volte possa essere più piacevole tenere in mano un libro di carta come del resto a volte sia più rilassante e comodo il reader (leggete a letto l’Anna Karenina o Infinite Jest o It in cartaceo e poi riparliamone, magari dal fisioterapista).
No, non è questo il focus del post.
E non vi voglio tediare neanche sugli infiniti vantaggi degli ebook, come l’economicità (pochi euro per l’opera omnia di molti autori, classici gratuiti, best seller al costo di un gelato) o la praticità di portarsi dietro un’intera biblioteca in pochi grammi o la reperibilità (trovi tutto a portata di click). No, non sta qui l’obiettivo di queste poche righe perché non ho la minima intenzione di fomentare una guerra, quella tra libri di carta e libri di pixel, che suonerebbe stupida, dannosa e soprattutto fuori dal tempo come una sfida tra cinema e televisione.
Il vero focus è che la televisione, pardon, il digitale è in grado di offrire contenuti diversi. E chi rinuncia di aprirsi al digitale (attaccandosi a qualsiasi scusa, pure olfattiva), di fatto rinuncia alla possibilità di accedere a questi contenuti.
Al cinema non vedo le serie televisive, non vedo i tg, non vedo milioni di altri programmi. Al cinema vedo solo film. Più o meno lo stesso avviene nel campo della narrativa. Su carta, nel 99% dei casi (parlo sempre di narrativa), posso leggere solo romanzi. Nell’1% rimanente raccolte di racconti. Mai singoli racconti.
E se acquisto libri solo in libreria (lunga vita) trovo solo la punta dell’iceberg di quanto viene stampato in Italia. Per chi legge un libro o due all’anno può bastare e avanzare, per carità, ma se siete dei lettori curiosi (e se siete arrivati a leggere questo post fino a qui, molto probabilmente lo siete) tutto ciò rappresenta una grande limitazione.
In ebook invece il singolo racconto ha un senso. Lo ha in primis per l’editore, ma anche per l’autore, libero di esprimersi su formati non convenzionali. Non solo il racconto, ma anche la novella (questa sconosciuta) ovvero un qualcosa di più breve di un romanzo… breve, ma sempre più lungo di un racconto, ha una sua ragione d’essere. Un formato che trovo fantastico e che ho scoperto (e con questo formato anche molti autori specializzati in novelle) solo quando mi sono deciso a comprare un e-reader (e no, non ho fatto un falò con i libri, li compro ancora, così come continuo ad andare al cinema). E poi ci sono i racconti seriali, un po’ come le serie TV o se preferite i fumetti. Tutto questo su carta non si trova.
Sull’argomento sono stati pubblicati alcuni post interessanti, ne linko due per chi volesse approfondire
http://alessandrogirola.me/2014/01/27/muovere-il-mercato-degli-ebook/
http://strategieevolutive.wordpress.com/2014/01/29/i-pulp-come-modello/
Quindi in sintesi la questione non è se sia meglio leggere su carta o in digitale. Se andare al cinema o starsene in casa a vedere la televisione. La questione è cosa si vuole vedere, pardon, leggere. Perché certe cose si possono solo leggere in digitale.
E adesso vi lascio, che inizia True Detective. Come, scusa? In che cinema lo danno?
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