Articolo a cura di Elisa Origine

Anche il 30° Salone del libro è giunto a conclusione. Io non sono una habitué  delle fiere dell’editoria, ma quest’anno ho scelto di visitare sia il Salone del libro di Torino sia la prima edizione di Tempo di libri che si è svolta a Milano ad aprile.
Si è tanto parlato della sfida tra questi due eventi e del flop della fiera milanese che ha registrato un’affluenza ben inferiore alla aspettative e raccolto poche lodi.
Per conto mio, non posso che confermare l’impressione generale: il Salone del libro di Torino ha vinto, se non proprio su tutta la linea, almeno nei punti più importanti.
Ecco un confronto tra le due fiere secondo la mia breve esperienza.

Tempo di libri vs Salone del libro

1. Trasporti

Secondo la carta d’identità io sono piemontese, ma per abitudini e mentalità sono più lombarda, così la mia anima da “milanese imbruttita” si è fatta sentire già mentre consultavo gli orari dei treni per recarmi a Torino: la sera prima di partire ho scoperto che il treno Novara-Lingotto, generalmente in servizio in settimana, non è previsto il sabato. Poiché sono abituata per gli eventi nella città di Milano a veder comparire almeno qualche piccola facilitazione per raggiungere il punto di interesse, la cosa mi ha un po’ indispettita.
Nessun treno sulla Torino-Milano per Lingotto, dunque arrivo a Porta Nuova per moltissimi visitatori e poi tutti pigiati come sardine in una carrozza della metropolitana, strettissima, affollatissima. Per fortuna la distanza non è molta, i miei vicini non avevano mangiato né aglio né fagioli, e il soffitto era abbastanza alto da salvarmi da un attacco di claustrofobia.
Certo è che, spiaccicata com’ero, ho rimpianto il lungo sottopassaggio di Rho Fiera Milano e meditato sull’orgoglio delle due città.
Noi “milanesi imbruttiti” siamo un po’ così: abituati ad aver la strada spianata e comodità a portata di mano; così quel piccolo ostacolo mi è sembrato un po’ un colpo d’orgoglio piemontese: la città di Milano è un centro commerciale sempre più abituato ad accogliere un gran numero di persone per i più svariati eventi. Torino al contrario sembra una gran dama che mostra ciò che ha da offrire e si fa corteggiare.
Mi piace lo “spirito aristocratico” di Torino, ma amo le comodità dunque:

1 a 0 per Tempo di Libri.

2. Indicazioni, segnaletica e organizzazione

All’uscita della stazione della metropolitana mi è preso un collasso vedendo l’incredibile quantità di gente nel piazzale antistante il complesso fieristico.

Per quanto riguarda le indicazioni il Salone del libro di Torino è bocciato: sia all’esterno che all’interno della fiera viene più spesso indicato quali limiti non si devono varcare anziché la direzione da prendere per raggiungere gli stand o andarsene, così gli addetti alla sicurezza si sono trasformati in addetti punto informazioni.
Poiché avevo richiesto l’accredito online per avere la riduzione del costo del biglietto all’ingresso ho evitato l’anaconda umana in stile nuove attrazioni di Gardaland e ho “saltato la fila”, se così si può dire…:

Già. Quella che vedete è una “non-coda”: per fortuna è solo il controllo sicurezza. Così in una ventina di minuti sono riuscita a entrare, ma non ho idea di cosa sia accaduto al resto della folla.
Mi sento di darvi un consiglio: se al prossimo Salone del libro intendete arrivare di buon’ora, all’apertura dei cancelli, vi conviene fare il biglietto online e controllare se avete i requisiti per chiedere la riduzione del costo del biglietto.
Forse è ingiusto che io faccia il confronto con Milano dato che a Tempo di libri sono andata di venerdì e non di sabato, ma mi sento di assegnare un altro punto a Tempo di libri poiché mi è sembrato meglio organizzata.

2 a 0 per Tempo di Libri.

3. Stand e atmosfera

Ve lo dico già in partenza, per questo punto Torino vince a mani basse.
Il Salone a prima vista si presenta come una fiera molto variegata grazie alla presenza degli stand della media editoria indipendente che a Milano erano invece quasi del tutto assenti. Non si aveva quindi l’impressione di quella sorta di sistema solare, che invece si era creato a Milano, con i pianeti giganti e i loro satelliti al centro, e le minuscole asteroidi nel resto dello spazio.
Inoltre, complice forse il fatto che ho visitato la fiera di sabato anziché di venerdì, a Torino ho trovato anche molta più iniziativa: sono stata avvicinata in maniera educata e non invadente sia da piccoli editori sia da alcune autrici che hanno cercato di propormi le loro opere; a Milano ciò non è avvenuto.
Anche alcuni piccoli editori, che a Milano mi avevano colpito in negativo a causa della loro inerzia e di un atteggiamento più adatto a villeggianti che a imprenditori, mi sono sembrati più attivi e partecipi.
Tempo di libri invece è stata una fiera spaccata in due tra grandi e piccoli, tra attività e inerzia e si respirava un’aria commerciale: sembrava solo un grande mercato di libri, come se le grandi librerie del centro di Milano si fossero trasferite in periferia; il Salone del libro, nonostante la fama e la lunga storia, ha conservato un po’ il gusto alternativo.

2 a 1: inizia la rimonta.

4. Promozioni.

Anche dal punto di vista delle promozioni non c’è stata storia: a Torino non solo c’è stata un’offerta di libri più variegata e diversa da quella che di solito giace sui normali scaffali delle librerie, ma ci sono stati molti più sconti, molte promozioni. Dal Salone del libro molti lettori tornavano a casa con borse piene di libri e tasche vuote; da tempo di libri i lettori tornavano a casa con borse vuote e tasche piene.

2 a 2: palla al centro.

5. Conferenze, eventi, ospiti

Gli eventi e le conferenze non mi hanno entusiasmato, e ciò vale per entrambi gli eventi. Discorso simile per gli ospiti, ma devo precisare che gli unici ospiti che avrebbero potuto entusiasmarmi sono morti da almeno mezzo secolo.
Per questo punto non mi soffermo sulla mia esperienza personale perché sarebbe troppo relativa e troppo ristretta, dirò solo che anche in questo caso è il Salone del libro ad avere la meglio: l’offerta era molto più vasta e più varia, comprendeva moltissimi eventi anche esterni al salone e moltissime attività anche per i bambini.

2 a 3: Il Salone di Torino si aggiudica la vittoria.

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