Sì, diamo spazio ancora una volta a “incroci” tra videogiochi e romanzi; nel caso di “Orwell – Keeping an eye on you” il riferimento letterario è evidente già dal titolo: le atmosfere distopiche dell’autore di 1984, che in questo caso presta il suo nome a un software che, per finalità di sicurezza pubblica, permette di spiare la vita di tutti i cittadini sospettati per il coinvolgimento in attività criminali o di protesta contro il governo… e le due cose, in un regime distopico come quello di “The Nation”, governata dal partito unico “The Party”, tendono spesso a coincidere… come nel caso su cui siete chiamati a investigare voi.
È proprio qui che arriva il bello: in “Orwell” non vestiamo i panni del consueto oppositore al regime, né di uno spettatore o di una vittima… ma di “uno di loro”: un investigatore abilitato all’accesso di tutti i dati custoditi da Orwell! Nello specifico, il nostro ruolo non è quello di prendere direttamente decisioni sulla colpevolezza o innocenza dei sospettati, ma di fornire i dati che riteniamo rilevanti al nostro partner Symes, che lo farà per noi. Procedendo nel gioco, avremo quindi accesso non solo alle pagine web “private”, come ovviamente i profili dei social network, ma anche alle chat e conversazione telefoniche e persino ai dati sui pc e smartphone dei sospettati!
Il lettore/giocatore, dopo un video introduttivo che mostra un attentato terroristico, tenderà quindi a selezionare indiscriminatamente qualunque datachunk (stringa di informazioni rilevante) gli capiti a tiro, per poter sbloccare progressivamente nuovi file o conversazioni e svelare il mistero: chi è il braccio e la mente dietro il crimine? Ma, se così fosse, si tratterebbe di ben poco più di un romanzo thriller con qualche illustrazione, no? Per prevenire questa sbagliata percezione, già nel primo capitolo, disponibile gratuitamente su Steam, gli sviluppatori di Obsidian sono stati bravi a mostrare quali conseguenze possono avere le nostre azioni: oltre alla presenza di dati palesemente ironici o assurdi che possono fuorviare le indagini, il limite del software Orwell sta nell’impossibilità di capire il contesto di una frase, e quindi, se in una chat privata, un partner dirà all’altro che gli ha “rubato la carta di credito” per comprarsi una bottiglia di vino, se scegliamo di inserire quella frase nel sistema, sarà classificato come ladro.
Il “bello” arriva però nei capitoli successivi, quando le faccende, tra nuovi attentati (che in base alle nostre azioni si possono sventare, oppure no) e rivelazioni anche scioccanti sui sospettati, iniziano a farsi sempre più serie: una volta compresi i “buchi” del sistema, avremo la possibilità di forzarlo a nostro piacimento: ad esempio omettendo di inserire informazioni critiche per facilitare la fuga di un sospettato che abbiamo preso in simpatia, oppure scegliendo di inviare ad Orwell datachunk palesemente fuori contesto per incriminare sospettati potenzialmente innocenti.
Il punto di forza di “Orwell”, che lo rende particolarmente interessante tra i vari videogiochi a fondo distopico e le numerose visual novel con finali multipli, sta proprio in questa componente metanarrativa: la tesi di fondo, che il controllo delle informazioni private da parte del governo invece di una maggior sicurezza può comportare risvolti inquietanti, non è particolarmente originale di per sé, ma vederla messa in pratica non da una narrazione lineare, ma dalle conseguenze delle nostre stesse azioni, la rende ben più coinvolgente e pervasiva.
Al netto di tutto ciò, pur con i suoi limiti (il comparto grafico e sonoro fin troppo minimalistici che ne rivelano le origini “indie”, le “diramazioni” della trama limitate a causa della sua struttura episodica e l’assenza di una traduzione in italiano), “Orwell – Keeping an eye of you”, simile per prezzo (10€ quando non è in offerta) e durata di lettura (solo qualche ora) al tipico thriller investigativo, sembra fatto apposta per i lettori scettici verso le potenzialità narrative dei videogiochi (tra cui l’On. Calenda :D) e che considerano le Visual Novel troppo “giapponesi”… o per chi non ne ha mai abbastanza di distopie inquietanti.
Se il tema ti interessa, sul nostro blog trovi molti altri articoli sul tema “videogiochi interattivi”, e puoi provare la demo della nostra Visual Novel “The Deadline”.
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