Non c’è storia che non sia già stata raccontata, trama che non si sia già vista. L’originalità la possiamo ritrovare nei personaggi stessi, tutti con un loro percorso di vita, con le loro scelte e con i pregi e i difetti che li caratterizzano.

Infatti, se si scrivono dei buoni personaggi sin dall’inizio, scrivere tutta la storia risulterà più facile, perché i personaggi si muoveranno in autonomia in base alle situazioni in cui si imbatteranno. Ma come posso costruire i personaggi del mio romanzo in modo che siano al contempo intriganti e credibili?

Purtroppo non è così facile scrivere un buon personaggio, il più delle volte si rischia di idealizzarli talmente tanto che nemmeno hanno dei difetti, rendendo il personaggio sicuramente positivo, ma piatto, senza alcuna sfumatura e profondità. Questo problema si riscontra principalmente nei protagonisti, in cui l’eroe o l’eroina, affrontano il proprio percorso senza alcun dubbio o paura: nel gergo degli addetti ai lavori questo tipo di personaggi “troppo belli per essere veri” si definiscono Mary Sue. In questi casi il nemico è sempre esterno, mai dentro di loro. Ma personalmente penso che i più grandi personaggi abbiano dovuto anche combattere contro loro stessi, contro i propri difetti e le proprie paure, per superare le difficoltà esterne che la vita gli ha riservato.

Scommetto che il personaggio che avete più odiato e amato nella saga di Harry Potter è Severus Piton. Uno dei personaggi più profondi dell’intera saga, con un percorso di crescita arduo e per niente banale. Piton non è sin da subito un personaggio affascinante (se non bastasse l’atteggiamento losco e supponente, ci sono quei capelli unti…) e inizialmente passa in sordina risultando solo un personaggio irritante, per poi passare all’odio quando lo si crede un doppiogiochista e infine passando all’adorazione quando si scopre tutta la sua storia, amando la sua complessità.

Cercando però di costruire un personaggio complesso, si potrebbe cadere nella banalità di dargli dei difetti che però non risultano tali. Il classico ragazzaccio stronzo, perché ha avuto una vita difficile, non è un vero difetto. La “stronzaggine” rende solo il personaggio più affascinante. Un personaggio che ha avuto un’infanzia disastrata, quando diverrà adolescente o adulto avrà delle problematiche o dei veri disturbi psicologici, che possono essere più o meno gravi, tutto dipende dalla gravità di quello che è successo e dal carattere del personaggio.

Se invece il personaggio non ha avuto particolari difficoltà avrà comunque i difetti che accomunano tutti noi comuni mortali: egoismo, egocentrismo, insicurezza, indifferenza, irresponsabilità, disonestà e altre centinaia. Questi difetti non ci rendono affascinanti, ma ci rendono umani. Nessuno ne è privo.

Un altro degli errori più comuni quando si costruisce un personaggio di un romanzo, è quello di estremizzarne la personalità. Infatti una volta che si è creata la caratterizzazione del personaggio, si tende a non uscire più dalla categorizzazione in cui l’abbiamo costretto. Ma l’unico confine che il personaggio dovrebbe avere è la coerenza, con sé stesso e delle sue azioni. Ad esempio se si costruisce un personaggio coraggioso, si potrebbe erroneamente scrivere che si lancia sempre a capofitto nelle situazioni più disparate, senza fargli mai avere un briciolo di sana paura, senza farlo dubitare mai di sé stesso. Ecco, questa è l’estremizzazione di una caratteristica che rende il personaggio poco profondo, senza sfumature e sarà ricordato solo per la sua caratteristica principale e non per il suo percorso.

Quindi, riprendendo l’esempio di prima, sarebbe bene farlo dubitare di sé nelle situazioni più ardue, fino farlo addirittura fuggire dalle sue paure in alcuni casi. Si trarrebbe una maggiore verosimiglianza e nel caso il personaggio superasse le proprie difficoltà, sembrerebbe ancora più coraggioso, senza cadere nel solito cliché.

Un personaggio che mi ha dato molte soddisfazioni sotto questo aspetto è il personaggio del Mastino nella celebre saga di “Game of Thrones”. Fin dall’inizio si conosce il Mastino come un personaggio forte, freddo e deciso, sembra non arretrare davanti a nulla e a nessuno. Non lo abbiamo mai visto tirarsi indietro in alcuna battaglia. Si sa che ha solo un punto debole: la paura del fuoco. Infatti quando nella decisiva battaglia delle Acque Nere, ad Approdo del Re, il Mastino si ritrova in mezzo ad esplosioni di Alto fuoco, ha una crisi di panico e fugge.

La sua paura non lo rende un guerriero perfetto, ma lo rende estremamente umano.

In conclusione, come creare personaggi davvero interessanti in un romanzo? Si può dire che per costruire un personaggio verosimile si debba fare attenzione alla psicologia e alla natura umana, stando attenti a non ricadere nei soliti cliché. I personaggi hanno bisogno tanto di pregi quanto di difetti, che essi siano personaggi positivi o negativi, senza estremizzarli facendoli diventare degli stereotipi. Il percorso che il personaggio va ad intraprendere deve essere coerente con la sua caratterizzazione, facendogli intraprendere un percorso di crescita personale che lo cambierà nel profondo.

Articolo a cura di Alessia Cornigli

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