Come tutti i lettori sanno, un buon libro non si limita a raccontarti una storia, ma te la fa “vivere”: sai che un romanzo è eccezionale quando arrivi all’ultima pagina e ti senti rattristato a dover salutare quei personaggi con cui hai condiviso un “pezzo di strada”, e senti che qualcosa è cambiato nel tuo stesso modo di vedere il mondo e te stesso.
Questo è doppiamente vero per “Quando le ombre si fanno lunghe”, il primo romanzo dell’autrice di origini mantovane Rita Salvadori, recentemente ripubblicato in una nuova edizione: perché non si tratta solo di un libro particolarmente intenso e struggente, ma di una riflessione appassionata sul potere salvifico della scrittura e, di conseguenza, della lettura.

L’incipit del romanzo è in medias res: ci viene raccontato l’incontro apparentemente fortuito in una libreria parigina (quale luogo migliore per iniziare una storia?) tra la protagonista e voce narrante Irène e Maddalena, una donna enigmatica che sembra parlare direttamente al cuore della gente… e del lettore. Il fascino e il carisma di quest’ultima spingono infatti Irène a interrogarsi sulla sua stessa vita (“Che lenti hai deciso di indossare da un po’ di tempo a questa parte? Scure o colorate?”) e la spronano a mettere in discussione i propri equilibri e ad uscire, anche concretamente, dalla propria comfort zone con un viaggio nelle campagne marchigiane alla ricerca di un manoscritto che Maddalena ha celato: ciò che l’attende è un viaggio in due dimensioni: il passato della scrittrice, che testimonia la sua storia d’amore con il malinconico Jonathan, e il presente della lettrice; quali sono i punti di contatto tra le due dimensioni temporali, tra Irène e Maddalena?

Tra gli elementi distintivi del romanzo, tre emergono con particolare evidenza:

  • Senza nulla togliere alla trama, originale e ben strutturata, il punto di forza di Quando le ombre di fanno lunghe sta senza dubbio nella sapiente caratterizzazione dei personaggi. Il lettore sarà conquistato da subito dal carisma anticonvenzionale di Maddalena, ma ho trovato altrettanto affascinanti, anche se in modo diverso, Jonathan e la stessa voce narrante del romanzo, Irène.
  • La scelta di alternare due dimensioni temporali e due prospettive differenti non è distintiva di per sé, ma l’esposizione diretta di parti del manoscritto di Maddalena si rivela ben più di uno stratagemma metanarrativo; entrare nei dettagli rovinerebbe il gusto della scoperta, si può tuttavia anticipare che l’autrice riesce a dimostrare il ruolo centrale della scrittura, e di conseguenza della lettura, nella presa di consapevolezza rispetto al mondo, e a noi stessi.
  • L’originalità e la freschezza dello stile di scrittura: se i temi trattati nel romanzo ci suggeriscono l’attenzione dell’autrice verso il grande potere delle storie e delle parole, la cura con cui esprime le emozioni dei personaggi nei dialoghi e nelle riflessioni ce lo confermano. La prosa di Rita Salvadori è sentimentale nel senso meno banale del termine, in un certo modo poetica, sicuramente fiabesca. Lo rivela il titolo stesso dell’opera: Maddalena spiega che “quando le ombre si fanno lunghe” il tramonto dona al paesaggio una sfumatura magica: è lo stesso potere che ha la parola scritta nel plasmare i mondi finzionali, come sicuramente saprà l’autrice.

In un panorama editoriale sempre più diviso tra romanzi dai temi leggeri ma che lasciano ben poco al lettore e proposte fin troppo autocompiaciute e artificiose, “Quando le ombre si fanno lunghe” si rivela una graditissima eccezione, che appassiona fin dalle prime pagine e mantiene alto il coinvolgimento, fino a un finale struggente e catartico. Chi cerca un romanzo romantico e appassionante di facile lettura, ma allo stesso tempo desidera qualcosa di diverso dai soliti cliché, in grado non solo di intrattenere il lettore ma anche di coinvolgerlo e stimolarlo, difficilmente ne rimarrà deluso. Il romanzo d’esordio di Rita Salvadori è disponibile in cartaceo e in ebook su altre numerose librerie online.