Se il proprio figlio inizia a “smettere di esistere”, come può un genitore sopperire? Questa è la schietta domanda che Pietro Fratta, l’autore di “Di fronte a me”, si pone già dalle prime pagine, e su cui si fonda la narrazione; trovare la risposta sarà la missione di cui si incaricherà il protagonista, coadiuvato da un forte sostegno morale, quello della propria fede. Ma per trovarla, la ricerca dovrà avvenire anche dentro di sé, portando il padre a un dialogo interiore che inizierà proprio con il se stesso bambino, mentre affonda la vanga – con febbrile determinazione – nello stesso terreno che un tempo era il luogo dei suoi giochi.

Le prime pagine, senza rinunciare a un forte impatto evocativo, introducono al lettore al contesto: un padre che prima ha perso la moglie, e ora sembra destinato a perdere anzitempo anche il proprio figlio, ridotto allo stato vegetativo, un’esperienza che sta mettendo alla prova la sua fede e la sua integrità di uomo.

Proseguendo con la lettura, i dettagli della vicenda – fino ad allora raccontata tramite accenni, allusioni a metafore – emergono progressivamente: il padre è un medico, che ha deciso di portare il figlio malato nel contesto bucolico della sua casa d’infanzia per poter costruire per lui una chiesetta di pietre; se la risposta non sembra poter arrivare dalla scienza, sua o di altri, all’uomo non resta che sperare in un miracolo.

Isolato, impossibilitato al dialogo con il figlio, all’uomo non resta che affidarsi alla propria forza fisica e determinazione. Ma non può interrompere i suoi pensieri: una manifestazione interiore, sotto forma di un bambino, lo sottopone a un incessante dialogo; qual è il vero significato delle sue azioni?

E così, attraverso brevi capitoli che condensano scene intense e struggenti, il viaggio interiore del padre procede. Ma l’ermetismo di questo romanzo non scade mai nella cripticità, e la complessità non risulta mai artificiosa, anche perché la contradditorietà – almeno apparente – è parte integrante della narrazione. Lo deduciamo dallo stesso sottotitolo “Una storia di terrore, amore e fede”: sembra una frase promozionale, e come tale volutamente enfatica, ma può essere invece interpretata come una stessa chiave di lettura del romanzo. Perché l’esperienza di un padre che si prende cura di un figlio gravemente ammalato è complessa per forze di cose, non può essere banalizzata, e l’autore, proprio con questo incontro tra sentimenti apparentemente contradditori tra loro, riesce a descriverla con grande impatto emotivo.

Dal momento che il contesto narrativo è per forza di cose incentrato sulla figura del padre e sulla sua prospettiva, per approfondirne la caratterizzazione e spiegarne meglio emozioni ed azioni, l’autore fa spesso ricorso a flashback sul suo passato, che ci raccontano di più anche sulla defunta moglie e sul figlio prima della malattia. In questo modo, la narrazione mantiene una dimensione snella, ma non divaga fuori dai temi centrali – relativi appunto al rapporto con il figlio malato e a come reagire allo sconforto che ne consegue – e permette pertanto di approfondirli con la dovuta attenzione.

Il romanzo è breve, e ciò permette di mantenere alta la tensione narrativa fino al finale: che destino attende il figlio, e con esso il padre? Il miracolo arriverà? O non ce ne sarà più bisogno? Sarebbe un delitto svelarlo in questa recensione…

Parlando dello stile di scrittura, esso rivela l’esperienza dell’autore in ambito poetico: la lingua che troviamo in “Di fronte a me” è ricca di sottotesti, evocativa, ma non prolissa o ridondante, una cifra stilistica alquanto personale e originale che, unita all’evidente cura formale, contribuisce significativamente a una lettura immersiva e coinvolgente.

In conclusione, con “Di fronte a me”, Pietro Fratta propone la sua concezione personale di “romanzo intimista”. Come già scritto, è un romanzo ricco di contraddizioni, almeno nell’apparenza: breve ma intenso; ambizioso ma scorrevole; dallo stile di scrittura al contempo concreto e poetico; dal messaggio di fondo toccante, ma non retorico; dalla premessa narrativamente concisa, eppure profonda nelle implicazioni. La malattia del proprio figlio, del resto, è una delle circostanze che più di ogni altra porta le persone a indagare dentro di sé per poter superare i propri limiti, e pertanto credo che lo scopo dell’autore sia proprio quello: osservando il percorso di autoanalisi di un uomo, che mischia appunto “terrore, amore e fede”, ci si può avvicinare a una riflessione profonda sulla natura umana. “Di fronte a me” è disponibile in formato cartaceo ed ebook su Amazon.