Premessa: pur essendo piuttosto fissato con fantasy, fantascienza e altra “roba strana”, mi piacciono tantissimo anche le storie d’amore. Che poi, a pensarci bene, tutte le storie sono d’amore: se non è tra una persona e un’altra, sarà l’amore di una persona per un’ideale, per un luogo, per un ricordo… oppure per se stessa! Non leggo però spesso i libri che si presentano come “romance”: non tanto perché li ritenga “per donne”, quanto perché di solito non trovo proprio credibili i personaggi… soprattutto quelli maschili, che mi sembrano spesso un’accozzaglia di cliché di quello che le donne dovrebbero trovare attraente in un uomo. Mentre per quelli femminili, ritengo che la necessità di stimolare l’immedesimazione da parte delle lettrici li renda spesso prevedibili e poco originali. D’altro canto, capisco che divergere molto dagli “standard” rischi di rendere questi romanzi troppo fuori dagli schemi e quindi poco appetibili per editori e lettori… come si fa a uscire da questo circolo vizioso, quindi?
Non so se per una precisa volontà o semplicemente per propensione personale, ma Adriana Romanò ha già dimostrato in All’ombra del tuo cuore (già recensito sul nostro blog) e Tisane d’amore e altri incantesimi di riuscire nel difficile compito di raccontare personaggi che sembrano rientrare nei tipi cliché del romanzo rosa (e quindi: la donna indipendente ma non troppo, l’innamorata dell’amore, il belloccio che gioca fare il duro ma dal cuore tenero, l’uomo disposto a fare di tutto per la propria amata, e via così…), ma allo stesso tempo risultano al contempo spontanei e credibili; in una parola: umani. E questo vale anche e soprattutto per il suo nuovo romanzo, sempre pubblicato da Delos Digital, Basta un poco di the, in cui si riprendono personaggi e vicende di Tisane d’amore in un contesto che, purtroppo, conosciamo tutti bene: il 2020 e, quindi, la pandemia di Coronavirus.
A tal proposito, anche in questo caso l’autrice mostra di saper cogliere le richieste del “mercato” senza cadere nella banalità: il suo nuovo romanzo non è infatti uno degli ormai famigerati “diari della quarantena”, ma racconta invece la vita di un gruppo di trentenni milanesi al termine del lockdown primaverile, quando il ritorno alla libertà, almeno parziale, deve fare i conti con i danni, diretti e indiretti, che il virus ha arrecato alle nostre vite.
Prima di presentarvi la trama, faccio una precisazione: anche se Basta un poco di the si può considerare come sequel di Tisane d’amore e altri incantesimi, non è necessaria la lettura dell’ultimo per apprezzare il primo, visto anche che il breve salto temporale rende comunque necessario ricontestualizzare i personaggi e le dinamiche tra loro. Nel caso di Elettra, neo-bibliotecaria che ha deciso di dare la priorità a se stessa rompendo così con Enea, costretto a trasferirsi dalla madre in Umbria, la ritrovata autostima la sta portando a non cercare più una storia d’amore idealizzata, ma rapporti occasionali e disimpegnati, tipici dell’online dating. Per Selvaggia il nuovo lavoro come direttrice HR va a gonfie vele, ma la fiamma della passione con Alex, tornato preda di vecchi vizi a causa del trauma di un lutto, sembra sempre più fievole. Mentre le due donne sono quindi prese da nuove avventure e preoccupazioni, a risentirne stavolta è proprio la loro amicizia: l’instabilità della loro vita post-lockdown mina le certezze di entrambe e sembra destinata a farle allontanare.
E qui, entrano in gioco i maschietti: se in Tisane gli archi narrativi più interessanti erano quelli di Selvaggia ed Elettra, entrambe alla ricerca di se stesse prima che dell’amore, in Basta un poco di the sono Alex ed Enea quelli che crescono di più (del resto, si sa che gli uomini maturano più tardi…): entrambi devono passarne di cotte e di crude per capire chi sono davvero, e cosa vogliono davvero… e qui devo tacere, o si entra in territorio spoiler. Personalmente ho apprezzato particolarmente Enea, a prima visto il tipico nerd mammone che si lascia trascinare dagli eventi, ma che saprà rivelare una maturità inaspettata.
Anche in termini di forma e stile Basta un poco di the conferma la sua originalità rispetto ai romance “tradizionali”: la narrazione si sviluppa prevalentemente attraverso i dialoghi tra personaggi, che risultano sempre credibili, mai forzati, a beneficio del ritmo di lettura che è davvero fluido, e della plausibilità della vicenda; Selvaggia, Elettra, Alex e Enea sembrano davvero dei trentenni alle prese con problemi d’amore, d’amicizia, di lavoro… insomma, della vita moderna in una grande città come Milano, e lo sfondo “da 2020” aiuta ulteriormente a contestualizzare la vicenda in una dimensione che conosciamo bene, senza risultare forzato.
In conclusione, il nuovo romanzo di Adriana Romanò conferma i pregi già visti in Tisane d’amore e altri incantesimi con una storia altrettanto appassionante e personaggi sempre più “reali” nei loro pregi e nei loro difetti. Ne consiglio la lettura alle lettrici di romance e chick lit che cercano una prospettiva più fresca e moderna, ma anche a tutti i lettori di narrativa contemporanea (uomini compresi!) interessati a qualcosa di leggero, ma non frivolo, anche per ricordare questa strana estate 2020 di cui abbiamo, in un certo senso, già nostalgia. L’ebook è disponibile su Amazon, mentre il cartaceo è in uscita il 15 febbraio. Per chi fosse interessato anche al romanzo precedente (comunque non necessario per apprezzare il nuovo), anch’esso è disponibile su Amazon.
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