No, questo non è il solito articolo: “niente wi-fi in questo locale, parlate tra voi”, né una lamentela su come i social network nel 2019 non siano più quelli di una volta: non perché chi li scrive abbia poi tutti i torti, ma invece di lamentarsi e basta, non è forse meglio riflettere e cercare soluzioni (dopo essersi lamentati, che ogni tanto ci vuole)?
Prima di pensare a oggi, facciamo un “Ritorno al Passato”: circa dieci anni fa, cioè a cavallo tra il 2008 e il 2009, il mondo di internet cambiò per sempre, e di conseguenza la nostra vita: era il periodo in cui più o meno tutti i nostri amici, parenti e conoscenti si iscrivevano a Facebook, trasformando le comunità del web da una congrega di nerd e elementi moralmente discutibili (di cui io facevo ovviamente parte, come rappresentante di entrambe le categorie), a una specie di Piazza Grande dove ci trovi proprio tutti, o quasi… a proposito: se vi interessa il tema, “Facebook killed the Internet Star” è il libro che fa per voi.

Chiunque si iscrive per la prima volta a un social network vive un periodo di euforia, in cui si gioisce per le inedite possibilità che ci vengono offerte senza dare troppo peso ai rischi che ne conseguono, o ignorandoli del tutto: se avete attivato la funzione “ricordi” di Facebook, vi sarete accorti senz’altro di esserci cascati anche voi, in un modo o nell’altro. La fase successiva è quella della consapevolezza, che di solito comporta un’inversione di tendenza: terrorizzati all’idea che un futuro capo possa fare a coriandoli il vostro CV dopo avervi visto rotolare per terra vestiti da clown all’Oktoberfest, non solo evitate di rendere pubblici post di “quel tipo” (e ci sta!), ma evitate di pubblicare contenuti di… qualsiasi tipo. È una buona idea? Se la vostra vita professionale o sociale beneficia, in modo diretto o meno, dalla vostra visibilità online, direi che non lo è. Del resto, è sempre più difficile fare a meno dei social, nella nostra vita sociale e professionale; proprio per questo, è opportuno fermarci un attimo e pensare al modo in cui li usiamo: li potrei usare di più? Di meno? Quali sono i miei obiettivi? Quali social potrei usare rispetto a quelli che uso oggi? E, soprattutto: li potrei usare meglio? I social offrono, oggi più che mai, grandi opportunità a chi li sa cogliere, e non credo che rinunciare del tutto a usarli, o farlo in modo solo “passivo”, sia la scelta giusta: perché rinunciare a una buona bottiglia quando si può farne uso con consapevolezza, moderazione… e non quando guidi? Lo stesso vale per i social.

“Sì, grazie, non avevo bisogno di leggere questo articolo per sapere che devo seguire la giusta via di mezzo”, potreste obiettare. E va bene, basta chiacchiere, passiamo a qualche esempio concreto di quello che potreste fare per iniziare il vostro 2019 sui social con il piede giusto, che siate professionisti, studenti, aspiranti webstar o semplici curiosi.

1 – Keep it simple… almeno all’apparenza!

… No, tranquilli, lungi da me parlare di politica su questo blog. Ma fermatevi un momento a guardare prima la foto e la didascalia, e poi il numero di mi piace, commenti e condivisioni (anche ignorando i vari articoli di giornali e dibattiti che ha causato). Certo, direte voi, se la stessa foto, l’avesse pubblicata il vostro cugino Clodoveo, probabilmente non avrebbe avuto più di tre like. Ma sta di fatto che i post dello stesso Salvini con lunghi commenti o contenuti grafici un po’ più elaborati di una foto oggettivamente bruttina e molto “terra terra” raccolgono senz’altro meno riscontri, positivi o negativi che siano. Mai come nel 2019, il messaggio “esplicito” dei vostri post dev’essere immediato e semplice; su quello “implicito” potete invece sbizzarrirvi, come è del resto sicuramente il caso di questa foto, perché ad esempio si vede benissimo che sta solo facendo finta di addentare… ehm, ma ora parliamo d’altro, grazie…

2 – Usate i meme… quando è il momento giusto!

Sì, il commento è mio e questo è quello che, dagli addetti ai lavori, viene definito con malcelato disprezzo un “autowin”. Ma perdonate la sfacciataggine, è il primo esempio che mi è venuto in mente su mille che potrei farvi a proposito del potere di un meme, cioè di una “moda del web”, frase o immagine che sia. Come potrei farvene molti esempi in più di contesti in cui “influencer”, brand o comuni utenti usano il meme del momento in modo inadattato, banale o semplicemente irritante. “La sinistra riparta da” è un meme palesemente ironico (e ancora non abusato… probabilmente per pochi giorni) che ben si presta a commentare questo bel post del buon Umberto, come dimostrano i mi piace ottenuti. E scusate per l’autowin…

Morale della favola: usate pure i meme se vi saltano in mente spontaneamente, e se ritenete che possano fare ridere qualcun altro oltre a voi stessi, ma se li usate in modo forzato, sappiate che siete sgamabilissimi…

3 – Metteteci la faccia (oltre ai selfie)

Questi sono i post di Instagram con il maggior numero di like, aggiornati a quando scrivo (il 28 dicembre 2018). Come potete notare, nessuno di essi segue il filone “sex, drugs and rock & roll” né un certo tipo di umorismo “cinico”, al contrario di quello che postano molti aspiranti influencer: con l’eccezione del trasferimento di CR7 alla Juve e della foto postuma di XXXTentacion, sono tutti momenti di “vita privata”. In particolare, vanno fortissimo gli “annunci” di gravidanza, nascita di un figlio o fidanzamento; con le dovute proporzioni, questo non vale solo per le superstar con milioni di follower, ma anche per un pincopallo qualsiasi come il sottoscritto. Certo, non tutti amano mettere in piazza la propria vita privata, e alcuni decisamente esagerano nel farlo (es: se tornate in palestra dopo due anni ci sta fare un post, se ci andate tutti i giorni… anche no), ma “sharing is caring”, e condividere un momento di gioia della vostra vita, con i vostri contatti sui social li farà sentire coinvolti, se lo fate con un minimo di eleganza e moderazione…

4 – Ripensate a quali social network usare

Da questo grafico presa dal blog di Vincenzo Cosenza, il trend sembra chiaro: Instagram va sempre più forte in Italia, ma Facebook resta molto più utilizzato, come anche Youtube, mentre Twitter e in generali tutti gli altri social se li filano in quattro gatti. In realtà, questi dati vanno interpretati in base ai dati demografici e di settore: se il vostro target è prevalentemente under 30, probabilmente le storie su Instagram sono più efficaci dei post su Facebook (se fatte come si deve…), e i social network “minori” possono rivelarsi molto interessanti per certi ambiti specifici, come la moda su Pinterest e il giornalismo su Twitter. Usare un solo social oggi è limitativo, ma usarli tutti in modo efficace richiede un sacco di tempo, che non credo abbiate; io sicuramente non ce l’ho… Pertanto, fate qualche ricerca relative al vostro caso specifico prima di prendere decisioni, e in caso di dubbi procedete con gli opportuni esperimenti; un consiglio vale però per tutti: lasciate perdere Google+…

5 – Distinguetevi… in un modo o nell’altro!

Questo esempio in realtà ben si presta alla logica del “pubblicare meno, pubblicare meglio” che ho predetto all’inizio del 2018, e vale più che mai anche per il 2019. Ma guardiamola da un altro punto di vista: il buon Marcus non ha fatto niente di particolarmente originale, la battuta del “Buonanotte, vado a letto” a cui segue un tweet a distanza di qualche giorno è piuttosto inflazionata. Ciò che gli ha fatto guadagnare la gloria internettiana è la persistenza, resa probabilmente più esilarante in quanto evidentemente involontaria: come vedete dall’immagine di sopra, quando ha rifatto la stessa identica cosa, non ha ottenuto un centesimo dei retweet. La lezione è: fare le cose come gli altri (o ripetere costantemente lo stesso “trucco” che vi è riuscito bene una volta) vi farà guadagnare magari una manciata di like in più, ma per la viralità dovete fare qualcosa di davvero unico… qualunque cosa sia!

“E cosa?” Beh, questo lo dovrete decidere voi. Chiedetevi perché usate veramente i social oggi (per occupare il tempo in attesa che passi il 13? per aumentare il fatturato della vostra attività? per alimentare il vostro ego? per rimanere aggiornato sulle foto in costume da mare dei vostri ex compagni di scuola?), e in base a questo valutate se concentrarvi su Facebook, Instagram o usare vari canali, che tipo di contenuti pubblicare, come interagire con gli altri utenti… poi, si sa, finirete a fare tutt’altro rispetto a quello che avrete pianificato. Ma avere le idee chiare spesso aiuta a non cadere vittima delle abitudini o, al contrario, a limitarsi a seguire le tendenze senza un briciolo di originalità.

Marchetta finale: mi occupo (tra le altre cose) di servizi diretti e indiretti di promozione editoriale; se siete scrittori o comunque gravitate intorno al microverso dell’editoria italiana e volete rilanciare la vostra presenza sui social network, posso aiutarvi con indicazioni personalizzate e consigli mirati. Per saperne di più, scrivimi una mail a marco @ natividigitaliedizioni.it (senza spazi eh… lo scrivo così per evitare che i bot mi sommergano di spam) spiegando di cosa hai bisogno, oppure dà un’occhiata ai nostri servizi editoriali!