“Dieci Estati” – Giulia Menegatti

“Dieci Estati” – Giulia Menegatti

0.99

Il racconto vincitore del contest “Storie d’Estate”, ampliato e rivisitato, per chi lo ha apprezzato su THe iNCIPIT e chi se lo era perso!

Genere: Romanzo di Formazione, Rosa

Pagine: 60

Prezzo: 0.99€

Profilo dell’autrice

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Categoria:

Descrizione

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Dieci Estati” è la storia di Viola, ragazza introversa che si ritiene incapace di amare, attraverso le dieci estati più significative della sua vita, dall’infanzia all’età adulta, tra primi viaggi, primi baci ma anche prime delusioni e primi lutti.
In questo percorso di formazione e di educazione affettiva, Viola tornerà spesso, non solo coi ricordi, alla casa al mare dove ha trascorso le sue estati da adolescente e dove ha conosciuto Riccardo, il suo primo amore, che non hai mai davvero dimenticato.

Riuscirà Viola a superare la nostalgia e a farsi finalmente capire, dagli altri e da se stessa?

Vincitore tra gli oltre ottanta racconti partecipanti al concorso “Storie d’Estate” sulla community di scrittori THe iNCIPIT, “Dieci Estati” è stato rivisitato ed ampliato, nella forma di romanzo breve, conservando però l’attenzione sugli stessi temi: la nostalgia per un passato idealizzato, le difficoltà nei rapporti tra le persone, ma anche l’entusiasmo per le piccole gioie della vita.

Informazioni aggiuntive

Anteprima

Viola ha undici anni, indossa un costume a due pezzi, blu, e le infradito dello stesso colore. La scuola è appena finita e l’attendono tre mesi di sole, mare, gare di biglie, gelati che si sciolgono troppo in fretta e serate passate a far tardi in sala giochi.
Non sa che quell’estate la cambierà per sempre, che sta per incontrare l’amore della sua vita. S’innamorerà per la prima volta, eppure ancora non immagina che le cose non sempre vanno come vorremmo. Sua nonna è ancora viva, i suoi genitori sono ancora sposati, sua sorella è ancora una ragazza allegra e spensierata. Quella è l’ultima estate che saranno tutti e cinque insieme, ma Viola ancora non lo sa.
Da sotto l’ombrellone, guarda sua sorella che prende la rincorsa e si tuffa in mare. Stella è bella, è bellissima. Hanno gli stessi occhi, grandi e azzurri, e lo stesso colore di capelli, sono castani e d’estate assumono una sfumatura ramata. Ma la somiglianza si ferma lì. Stella è aggraziata, sicura di sé, dice tutto quello che le passa per la testa, senza mai smettere di sorridere. Viola non vede l’ora di crescere per assomigliarle un po’ di più.
«Non fai il bagno?» Stella si passa le dita tra i capelli bagnati.
«L’acqua è fredda.»
«È fredda solo all’inizio.»
«Comunque non mi va.»
La verità è che Viola ha paura dell’acqua. A gennaio, sua madre l’aveva iscritta a uno stupido corso di nuoto e lei rimaneva tutto il tempo chiusa nello spogliatoio, senza nemmeno indossare il costume. Odiava il costume intero che la faceva sembrare ancora più magra, con quelle gambe secche secche e le ginocchia sporgenti, ancora più una ranocchia, come la chiamavano a scuola. Odiava la cuffia di plastica che le stringeva la testa e le strappava i capelli. Per cui se ne stava seduta nello spogliatoio, con le braccia incrociate, a fissare le lancette dell’orologio.
«Com’è andata?» le chiedeva sua madre.
Viola si limitava ad alzare le spalle, sua madre non insisteva, alzava il volume della radio e non parlavano più fino a casa, rafforzando la convinzione di Viola che a sua madre non importasse niente di lei. Se le fosse importato, parlando con l’istruttore di nuoto avrebbe scoperto la verità. L’avrebbe messa in punizione, niente TV e niente telefonate con Alessia, ma a Viola non importava. Avrebbe potuto smettere di nascondersi nello spogliatoio, avrebbe voluto dire che sua madre ci teneva a lei, che, in fondo, le voleva bene.
Nemmeno a Stella importa, perché si lega i capelli ribelli in uno chignon e la lascia sola per correre al bar dai suoi amici, quelli di sempre, che ritrova tutte le estati, e quelli nuovi, che sono lì per la prima volta, come i fratelli Frontini.
Stella si è presa una cotta per Roberto, il maggiore, che ha diciannove anni e guida la macchina. Sua sorella è un’altra lontano dai loro genitori, fuma e dice le parolacce. Ha uno sguardo diverso. Può sembrare cattivo, ma non lo è. È il suo modo per sembrare adulta, Viola cerca di imitarla, è sempre stata brava in questo. Deve sembrare naturale perché, se Stella se ne accorge, la prende in giro. E Viola odia quando ridono di lei, come a scuola, o al corso di nuoto.

Quella sera la nonna ha la partita di bridge con le sue amiche, Stella le aveva promesso di portarla al cinema, che avrebbero diviso una porzione di pop-corn Jumbo, ma non era vero, non aveva mai voluto passare la serata con lei. Viola si ritrova su un’automobilina dai colori sgargianti prima con Roberto e poi con Riccardo, findendo nel mezzo del campo di battaglia, mentre i fratelli Frontini si contendono l’attenzione di Stella sugli autoscontri, fratello contro fratello. Roberto non sa di avere già vinto, sua sorella scherza anche con Riccardo, per farlo ingelosire, per fargli fare la prima mossa.
È il fratello di mezzo che ha attirato l’attenzione di Viola: quindici anni, carnagione scura, le unghie mangiate, un braccialetto portafortuna verde, sottile, lei ne ha uno uguale, ma rosso. Roberto invece ha le mani curate, le unghie corte, lo stesso braccialetto, blu. Poi c’è Tommaso, il più piccolo, ha nove anni e una risposta pronta per tutto ed è, se possibile, ancora più ossuto di lei.
«Ehi.» è la voce di Stella che la chiama nel cuore della notte, «Sei sveglia?»
Viola apre gli occhi, mentre la sorella si sdraia accanto a lei, «Sì.»
«Ci siamo baciati.»
Il cuore di Viola accelera il battito, «Tu e Riccardo?»
«Io e Roberto.»
Viola sorride mentre la sorella inizia a raccontarle ogni particolare. Non è la prima volta che Stella bacia qualcuno, e nemmeno la seconda, o la terza, ma è la prima volta che bacia Roberto e questo azzera tutto il resto. È ancora tutto nuovo, ancora tutto da scoprire. Le chiederà ancora di uscire, loro due da soli questa volta? Le chiederà di essere la sua ragazza, anche solo per quei mesi estivi?
Per la prima volta Viola si ritrova a pensare a come sarebbe baciare Riccardo, forse gli sembrerà impacciata, ha paura di farsi prendere dal panico e di restare immobile, proprio come quando l’istruttore le diceva di tuffarsi in piscina. Potrebbe chiedere a Stella, è felice che sua sorella si stia confidando con lei, anche se non sa che consigli potrebbe mai darle, le piace quella complicità che si è creata tra loro in quella camera afosa, parlando sottovoce per non svegliare la nonna nella stanza accanto, quella complicità che sparirà una volta che torneranno a casa, come se non fosse mai esistita. Stella si chiuderà in camera sua, parlerà al telefono con le sue compagne del liceo che hanno sedici anni e sanno cosa vuol dire stare insieme a un ragazzo.
I loro genitori vengono al mare durante i week end, «Avete fatto le brave? Avete aiutato la nonna? Vi siamo mancati?»
A Viola sembra quasi un’intrusione, come se la loro presenza potesse intaccare quel prezioso equilibrio che si è creato tra lei, la sorella e la nonna.
La nonna che sa di Stella e Roberto, ma fa finta di non sapere, che sa della cotta di Viola per Riccardo, ma non chiede nulla, per non mettere in imbarazzo la nipote, che si chiuderebbe ancora di più a riccio.
Stella passa sempre più tempo con Roberto, mentre Riccardo porta Viola e Tommaso al cinema, agli autoscontri, e a mangiare il gelato a mezzanotte.
Viola non dice niente, ma sa cosa sta facendo sua sorella.
«Non devi farne parola con nessuno, Viola, hai capito?» si raccomanda Stella.
Ha paura che vada a spifferare in giro il suo segreto, ma lei non lo farebbe mai. Non è una stupida e, poi, non saprebbe nemmeno a chi dirlo. Certo non alla nonna, e nemmeno a loro madre, non che farebbe chissà quale scenata, ma non si sa mai.
Un pomeriggio Stella la porta per la prima volta a casa dei fratelli Frontini, poi sale al piano di sopra con Roberto. Viola resta ferma sulla porta, mentre Riccardo e Tommaso stanno giocando a carte.
«Non entri?» le chiede Tommaso.
Viola annuisce, chiude la porta senza dire niente, si siede con loro, in silenzio. I fratelli continuano a giocare, senza guardarla. Viola li osserva, cercando di capire le regole del gioco.
Riccardo, ogni tanto, lancia uno sguardo verso la scala a chiocciola.
«Piaceva anche a te, vero?»
Tommaso guarda prima Viola, poi suo fratello. Riccardo non risponde.
«Tanto lo so, piace a tutti.»
È la verità, ma forse non doveva dirlo così, ad alta voce. Si pente subito di non essere rimasta in silenzio, come aveva fatto fino a quel momento. Vorrebbe rimediare, vorrebbe aggiungere che Stella ha sedici anni e non li guarda quelli più piccoli, ma ha paura di peggiorare ulteriormente la situazione. Forse ora Riccardo si è offeso e non le parlerà più.
«Sai giocare a scala quaranta?» le domanda invece.
«Sì. Se mi dici le regole.»
È così che funziona il suo cervello. Sente qualcosa per la prima volta e se lo ricorda per sempre. A scuola si era guadagnata l’immeritato appellativo di secchiona per questo motivo. Così, a volte, sbagliava le risposte dei compiti in classe apposta, per essere come tutti gli altri, per essere normale.
Riccardo le sorride e Viola capisce che ricorderà per sempre quel sorriso, quel momento, quell’istante in cui il suo cuore ha saltato un battito.
Forse il suo cuore funziona proprio come il suo cervello: quando sente qualcosa per la la prima volta, se lo ricorda per sempre.

Recensioni

  1. Marco “Frullo” Frullanti

    Una storia breve ma efficace, scritta in modo semplice ed essenziale ma, allo stesso tempo, con delicatezza e sensibilità, senza fretta e superficialità. (Recensione su “Chicchi di Pensieri”)

  2. Marco “Frullo” Frullanti

    Ho iniziato questo libro con poche pretese, credendo di trovarmi davanti ad una lettura estiva, senza particolari contenuti.
    Ammetto di essere stata piacevolmente sorpresa nello scoprire che non era per nulla così.
    (Recensione su “Café Litteraire da Muriomu)

  3. Marco “Frullo” Frullanti

    “Il racconto è calibrato in tutte le sue componenti, lo stile senza fronzoli, ma non scarno. La lettura ti avvince, non ti consente di smettere finché non si arriva alla parola “fine”.
    Davvero una prova di autore per una esordiente che, a mio modesto parere, nulla ha da invidiare a più titolati scrittori. Si rimane in attesa di ulteriori pubblicazioni! ” – Da Ferraris Enrico su Amazon

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