Nell’articolo del lunedì di oggi, non parleremo di tecnicismi dell’editoria digitale o di elaborate strategie di web marketing, ma di un argomento più ameno: lavorare da casa.
Noi infatti non siamo startupper che lavorano in spazi di coworking in attesa di imbroccare il finanziamento per pagarsi l’ufficio figo in centro (non che ci sia niente di male in chi lo fa, eh!), ma, almeno per il momento, approfittiamo dello spazio e delle infrastrutture domestiche per fare il nostro lavoro come editori e consulenti.
Da un po’ di tempo si parla più spesso di telelavoro, anche se il paradigma dell’ufficio come spazio lavorativo per eccellenza continua a regnare. Ci sono poi certi freelance che fanno vanto di poter lavorare al bar, in un parco o addirittura in spiaggia… beh, ci abbiamo pure provato, ma poi finiamo per distrarci costamente o sporcare il notebook di caffè, terra o sabbia. Ci saranno meno occasioni per farsi dei selfie, casa propria si sta bene, no?
E quindi, cosa vuole dire veramente “lavorare da casa“? Beh, visto che ormai lo facciamo in pianta stabile da tre anni, proviamo a spiegare come godersi questa possibilità al meglio, senza trasformarla in uno svantaggio:
- Sfruttare gli spazi: si tratta di una risorsa limitata, eppure anche in un appartamento di 60 mq per due persone si tende a passare tutto il tempo sul tavolo, sul divano o sul letto, dimenticandoci di alcune porzioni di camera, o camere intere, se non quando dobbiamo fare le pulizie. Quindi, lo spazio per le scrivanie dove lavorare non è così difficile da trovare. Deve essere quanto più possibile silenzioso e luminoso, ma, soprattutto, distinto dallo spazio che usiamo nel tempo libero, o per cibarci… Beh, sì, qualche merenda improvvisata al pc capita anche a me, ma, se lavori da casa, spostarsi dalla scrivania significa in primo luogo staccare e, fidatevi, ne avrete bisogno…
- Separare il tempo per lavorare dal tempo per vivere: lavorare da casa significa assottigliare pericolosamente la linea che separa il lavoro dal tempo libero, che di solito è spazialmente delimitata dalla porta dell’ufficio, e temporalmente dal famoso 9to5 (che poi spesso diventa 8to7, o peggio, ma è un altro discorso…). Se la barriera spaziale cade, e se gli smartphone ci rendono potenzialmente connessi 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, il rischio è di finire per… lavorare sempre e riposarsi mai. Che non è solo deleterio per la nostra salute, fisica e mentale, ma finisce per danneggiare anche la produttività lavorativa. Insomma, è fondamentale ritagliarsi del tempo, almeno i dopocena e la domenica mattina, in cui, cascasse il mondo, è vietato lavorare. Di contro, la possibilità di cazzeggiare nell’orario tradizionalmente “lavorativo” senza dover temere una ramanzina dal capo a volte è un toccasana per fare una pausa quando ne sentiamo il bisogno, ma bisogna imparare a non esagerare…
- Sforzarsi di uscire: internet è comodissimo… ma a volte, pure troppo. Possiamo ordinare vestiti e merci di tutto il genere, addirittura farci portare a casa la spesa e, ovviamente, la pizza. Abbiamo persino un tapis roulant e qualche attrezzo per fare esercizio fisico, quindi il rischio di trasformarsi in hikikomori, cioè persone che non escono mai di casa, è concreto. L’abitudine di godersi un po’ troppo lo spazio domestico infatti non solo può danneggiare la nostra vita sociale e la nostra salute, ma anche quella lavorativa: una città come Bologna, dove viviamo, è piena di eventi culturali, convegni, fiere, presentazioni: quante volte ci è capitato di scoprire (ovviamente su internet) un evento interessante, di segnarselo sul calendario, per poi arrivare alla data x e dirsi… “vabbè, ma chi ha voglia di uscire, si sta così bene qui!”, perdendosi così potenziali opportunità. Quindi, imporsi di uscire regolarmente è fondamentale, anche solo per farsi una passeggiata.
- Sfruttare le opportunità: fino a questo punto, sembra che lavorare da casa sia fonte di rischi terribili e senza alcun vantaggio, e a volte si finisce per scordarsi i motivi per cui lavorare da casa… è in effetti una gran figata! Ecco alcune delle cose che chi lavora in un ufficio, o comunque in uno spazio pubblico, non può proprio permettersi di fare:
- Riunciare allo stress dell’automobile o del treno/autobus quotidiano (hai detto poco!)
- Vestirsi informalmente anche nei feriali (una manna per chi odia cravatte e camicie e ama le tute e i maglioni larghi come il sottoscritto)
- Uscire per fare commissioni in orari dove supermercati e negozi sono mezzi vuoti e evitare la ressa delle sei di sera.
- Concedersi il lusso di iniziare la giornata lavorativa in pigiama (basta poi non dimenticarci di avere una skype-call programmata alle 8emezza… :D)
- Contenere costi e impatto ambientale adeguando il proprio abbigliamento alla temperatura invece di esagerare con riscaldamento o aria condizionata come spesso si fa negli uffici
- Non rischiare di dover rintracciare pacchi e spedizioni chissà dove, perché c’è sempre qualcuno a casa.
- Poter dedicare la pausa pranzo a cucinarsi un pasto sano e gustarselo in santa pace invece di correre al bar, strapagare un panino e mangiarselo in fretta e furia
- Circondarsi di poster nerd/demenziali e di ammenicoli che ti vergogneresti a tenere in bella mostra in un ufficio
- Poter ascoltare musica e radio senza cuffie mentre lavori
- Poter cantare mentre ascolti musica… entro un certo limite, altrimenti il vicinato si incazza (e pure la collega!)
Immagino sia una questione di gusti: io ho lavorato da casa fino a settembre dell’anno scorso e per quanto mi riguarda era bellissimo. Adesso che lavoro in ufficio lo rimpiango ogni singolo giorno.
Alcuni dicono: “Ma non è alienante stare sempre da soli?” Un po’ sì. Ma essere costretti a vedere quotidianamente persone che magari non ti piacciono è ancora più alienante.
(Neanche a farlo apposta, il giorno dopo aver scritto questo commento mi hanno autorizzato a tornare a lavorare da casa)
Era destino allora 😀
Comunque è vero, un fattore che in questo articolo non abbiamo considerato è quello “sociale”, che in realtà è tra i più importanti ma è troppo “soggettivo”, perché la maggior parte delle persone hanno bisogno anche solo di far due chiacchiere sul meteo o sulla partita con qualcuno. Noi no, ma siamo bestie strane 😀