Gli scrittori attivi sul web sono sempre alla ricerca di nuovi modi di promuoversi e far conoscere i loro libri, quindi li vedi partecipare a forum e gruppi, aggiornare costantemente il blog, creare account su dozzine di social network… e poi magari ignorano completamente quello che nel 2015 è ancora il principale canale di comunicazione online: la posta elettronica.

Premesso che una strategia di presenza sul web richiede tutta una serie di canali (tra cui i vari social network e un sito/blog) connessi tra loro, una newsletter può fare la differenza, eppure spesso è completamente ignorata. O forse è veramente inutile per un autore emergente? Vediamo di capirlo passo per passo, smontando alcuni luoghi comuni.

newsletter

È troppo costosa? È vero che i servizi di newsletter italiani tendono a rivolgersi solo alle aziende e quindi i loro servizi costicchiano (con l’eccezione di Voxmail che è gratis fino a un certo limite). Tuttavia, basta una rudimentale conoscenza dell’inglese per aver accesso a servizi di ottima qualità a costo  zero. Mailchimp, ad esempio, è gratuito fino a 2000 contatti (e quindi, se li superate, pagherete quasi volentieri), ha tutte le funzioni che vi potrebbero servire ed ha pure un’interfaccia utente spiritosa, il che non guasta.

È troppo difficile? Servizi come il già citato Mailchimp permettono in pochi passaggi di creare una lista, personalizzare le impostazioni, scegliere un template grafico pre-costruito e iniziare a inserire i contenuti, con un’interfaccia a metà tra quella di un forum online e Word: niente di particolarmente complicato, quindi. Per quanto riguarda l’inserimento di un form di iscrizione nel vostro sito, niente paura: si tratta di copiare qualche riga di codice che il vostro servizio dovrebbe fornirvi e di incollarla in uno spazio predisposto del vostro sito, et voilà. Se volete qualcosa di un po’ più raffinato a livello di grafica, c’è un plugin per WordPress che si chiama Mailmunch (anche questo gratuito per le funzioni di base).

La gente non legge più le mail? Premesso che chiunque faccia un lavoro d’ufficio è “costretto” a controllare la sua casella di posta a intervalli regolari, in generale l’email è ancora lontana dall’essere obsoleta. Il motivo? Gli smartphone, sempre più usati per la consultazione “istantanea” delle email. E se abbandonare un social network è pratica abbastanza frequente, difficilmente possiamo fare a meno della posta elettronica.

Le mie newsletter sarebbero comunque percepite come pubblicità, quindi inutili?  Suvvia, non stiamo parlando dello spam del sedicente imprenditore nigeriamo che chiede un prestito o dei buoni sconto per il viagra. Dando per scontato che i contatti della nostra newsletter sono utenti che hanno volontariamente lasciato il proprio indirizzo email per ricevere aggiornamenti, se le nostre email vengono costantemente ignorate (e con le statistiche rilasciate dai fornitori di servizi come Mailchimp è possibile verificarlo) vuol dire che stiamo sbagliando qualcosa noi, nel titolo, nel contenuto oppure nella frequenza con cui inviamo la newsletter.

Non si iscriverà mai nessuno? Certo, difficilmente basta inserire il form di iscrizione sul nostro sitarello o condividere qualche link per ottenere migliaia di contatti. Ma anche fossero solo 30 o 40 all’inizio, si tratta di persone che hanno scelto volontariamente di ricevere i nostri aggiornamenti e quindi potenzialmente interessate ai nostri ebook. I “mi piace” su Facebook o i “follower” su Twitter o Instagram sono più facili da ottenere, certo, ma si tratta di “relazioni” molto più deboli (pensate a quanto facilmente mettete mi piace a una pagina Facebook), e quindi più difficili da trasformare in lead, se vogliamo usare la terminologia del marketing.

Bene, spero che questa mini-guida vi sia stata di qualche utilità, e vi ricordo che la configurazione e l’integrazione a un sito web di un servizio di newsletter fa parte dei servizi di consulenza che offriamo ad autori e liberi professionisti.