Tra i grandi “dilemmi esistenziali” che più di frequente si trovano nelle community online di scrittori, ci sono quelli relativi all’editing e alle correzione bozze di un romanzo. Qual è la differenza? Quale dei due è più importante? Se ci si affida a un libero professionista, quanto dovrebbe costare? E soprattutto: ne ho per forza bisogno per il mio libro?
Di fronte a queste domande, di solito la discussione si protrae per decine di messaggi, in verità spesso in modo inconcludente, perché, nel variegato e bizzarro mondo dell’editoria, ognuno ha le sue opinioni e tende spesso a sostenerle con fervida passione, a prescindere dalle argomentazioni altrui e, a volte, dagli stessi fatti. Quando mi capita di leggere dibattiti così autoreferenziali, mi viene da pensare che uno scrittore che non conosce bene l’argomento rischia di non capirci nulla o, peggio, di farsi le idee sbagliate. Credo che sia buona cosa fare un po’ di chiarezza su editing, correzione bozze e compagnia bella, partendo magari dalla più classica delle domande:
“Avrò riletto il mio romanzo dieci volte, ho corretto tutto quello che c’era da correggere, è già perfetto così, per quale motivo dovrebbe metterci mano un altro tizio?”
Carissimo, non ho dubbi che tu possa essere molto bravo a scrivere e più che scrupoloso a rileggere. Ma, parlando per esperienza personale, lavorare sul testo che abbiamo scritto noi stessi implica per forza di cose una visione “di parte” che può portarci a notare benissimo le pagliuzze in un occhio ma a dimenticarci della proverbiale trave. E se proprio ritieni di essere il più spietato e inflessibile giudice della tua stessa scrittura, lavorare a lungo sullo stesso testo ci porta spesso (e involontariamente) a una rilettura selettiva e distratta, mentre quello di cui abbiamo veramente bisogno è di una revisione “a mente sgombra” che solo una figura esterna al nostro processo creativo può fare.
“E vabbè, ma io non ho ancora capito qual è la differenza tra correzione ed editing, per non parlare di tutte quelle altre parolone…”
Per “Correzione Bozze” si intende il lavoro di pulizia del testo precedente alla pubblicazione, per liberarlo dagli errori di battitura. Correggere le bozze di un testo richiede una visione distaccata, tutta concentrata alla caccia ai refusi (e, quindi, disinteressato alle questioni stilistiche, alla coerenza interna, alla trama e ai personaggi), pertanto dovrebbe essere l’ultima operazione che viene svolta sul contenuto di un libro. Ne avete bisogno? Su questo non ho dubbi: sicuramente. Potete anche essere dei campioni di ortografia, ma tutti i 10 dei temi in italiano e le lauree umanistiche del mondo non possono darvi garanzie di incappare nel fatidico refuso, che sarà invece scovato e messo impietosamente alla berlina dal recensore pignolo di turno.
Per “Revisione stilistica” (da alcuni definita, in modo in realtà improprio, “editing leggero”) intendiamo un lavoro che non va a toccare i contenuti, almeno non a livello “macroscopico”, ma si focalizza sullo stile del testo, con l’obiettivo di rendere la lettura più fluida e di appianare eventuali discordanze stilistiche nel corso del testo, che sono molto più comuni di quello che si possa immaginare. Come potete immaginare, si tratta di un intervento più “profondo” rispetto alla correzione semplice. Se si notano problemi di coerenza interna e comprensibilità dei passaggi, ovviamente sono segnalati all’autore; inoltre, di solito è seguito da un passaggio di correzione bozze, alla ricerca dei refusi più tosti da scovare.
Per “Editing” si allude invece al lavoro di revisione del testo in tutti i suoi aspetti: non si tratta quindi solo di guardare agli errori di ortografia e ai refusi, ma alla coerenza della trama, caratterizzazione dei personaggi, ritmo di lettura, stile e quant’altro. Si tratta di un lavoro che richiede un certo tipo di competenze letterarie, che difficilmente si può improvvisare, e che necessita del dovuto tempo. Il termine “Editing” è per sua stessa definizione generico, e dato che non si tratta di un lavoro regolamentato da parametri precisi, esistono diverse sfumature, che cambiano a seconda dell’interlocutore. Secondo la nostra modesta opinione, il vero editing (nonché l’unico che proponiamo tra i nostri servizi editoriali) è quello che viene definito “contenutistico”, o “strutturale”, che implica quindi modifiche a livello dei contenuti veri e propri, cioè del cuore di un libro. Se una scena o un paragrafo viene giudicato superfluo, si suggerirà di “tagliarlo” del tutto; al contrario, se manca un collegamento logico tra un evento e un altro, si consiglierà di modificare direttamente la trama. Se un personaggio viene giudicato mal caratterizzato, l’editor valuterà le opportune modifiche, al netto del rapporto con gli altri personaggi. Se la trattazione di un tema viene considerata maldestra o parziale, l’editor ci guiderà nell’aggiunta dei “pezzi mancanti”. Insomma: si tratta di capire cosa “non funziona” in un testo, di dare proposte concrete per migliorarlo e, nel complesso, di rendere il libro più appetibile, in particolare per il pubblico di riferimento.
Un’alternativa “lowcost” all’editing, che può essere comunque utile per identificare i punti deboli del testo, è la scheda di lettura e valutazione, che è utile in particolare per gli autori che “sanno già il fatto loro” e vogliono dedicarsi da soli alla revisione del testo, ma sentono comunque il bisogno della guida di un professionista.
“Mmh, ho capito, ma se voglio stare tranquillo di cosa ho bisogno per il mio romanzo?”
Eh, questa è la famosa domanda da un milione di dollari: non possso dirtelo senza averne letto almeno un estratto (servizio che solitamente rientra come “prima consulenza gratuita” e a proposito di cui, se interessati ad approfondire, trovate più informazioni e il form per contattarci sulla pagina dei nostri servizi editoriali). Come indicazione generale, posso dire che:
- La correzione delle bozze, ve l’ho già scritto ma non nuoce ricordarvelo, serve SEMPRE.
- La revisione stilistica è molto importante per la gran parte dei romanzi, perché anche per uno scrittore esperto non è facile mantenere l’omogeneità nello stile di scrittura.
- L’editing contenutistico/strutturale è sicuramente il più “delicato” perché è paragonabile a un’operazione chirurgica, lavorando sul “cuore” del testo, quindi va affidato a una persona esperta e scrupolosa. Detto ciò, è quello che può fare la differenza tra un buon romanzo e un ottimo romanzo (o un capolavoro!).
- La scheda di lettura e valutazione è sempre utile, soprattutto per la narrativa, e può sia sostituire l’editing vero e proprio (se l’autore è disposto a farsi un mazzo tanto) che rappresentarne un’utile integrazione.
In linea generale, un testo di narrativa richiede più lavoro di uno di saggistica, un testo “di genere” richiede competenze più specifiche di uno più mainstream e maggiore è stata la cura dell’autore nella fase di scrittura e revisione, minore sarà il lavoro necessario in fase di editing.
“Vabbè, ma devo per forza rivolgermi a un professionista? Sai, com’è, c’è crisi…”
Non è detto che sia necessario spendere soldi, soprattutto se la tua intenzione non è autopubblicarti ma proporre il testo a un editore (che in molti casi si occuperà dell’editing o quantomeno della correzione). Detto questo, devo ripetermi ancora: magari a voi il vostro romanzo sembra già perfetto, ma fidatevi: una valutazione esterna è fondamentale, sempre. Volendo, può bastare anche un beta reader volontario, ma assicuratevi che il suo giudizio sia implacabilmente onesto, perché dei complimenti falsi ve ne fate ben poco. D’altro canto, è anche vero che non basta aprire il portafoglio per garantirsi un buon risultato: purtroppo esistono editor che promettono mari e monti e poi si limitano a fare contento l’autore (che non è il loro lavoro, anzi: un buon editor dovrebbe fare incazzare l’autore, almeno all’inizio :D) correggendo il minimo indispensabile; esistono poi editor “duri e puri” che per il gusto di fare gli splendidi finiscono per calcare fin troppo la mano con modifiche non veramente necessarie o opportune, fino a distorcere il pensiero dell’autore.
“Ok, ora ho capito. Però, boh… ho paura che l’editor stronchi il mio romanzo, modificandolo contro la mia volontà o rifiutandosi addirittura di lavorarci!”
In realtà, se un editor è sveglio, sarà con ogni probabilità ben felice di instaurare una collaborazione attiva con l’autore, rispettando la sua volontà invece di voler imporre a tutti i costi la propria opinione e finire così per inimicarselo. Inoltre, vi svelo un arcano: l’editing è come l’alcolismo, se siete consapevoli di avere un problema che non siete in grado di affrontare di soli e quindi di aver bisogno dell’aiuto di un professionista, siete già a buon punto… e scusatemi per il paragone inopportuno!
Alla fine della fiera, una cosa è sicura: correzione e editing di un romanzo non sono da sottovalutare: se ben fatte possono fare la differenza, sia che vogliate autopubblicare il vostro testo sia che preferiate proporlo a un editore, ma se trascurati o affidati alla persona sbagliata possono compromettere la vostra fatica letteraria. Credo quindi che, prima ancora che soldi, l’autore (soprattutto se self-publisher) debba investire un po’ di tempo per informarsi sul web e scegliere il professionista che fa per lui. Io consiglio sempre di consultare la sezione “Freelance” su Writer’s Dream; se poi vi fidate del sottoscritto, magari date pure un’occhiata ai nostri servizi editoriali e, se vi va, chiedeteci un preventivo: quello è sempre gratis 😛
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