Da quando mi occupo di editoria, dedico quasi quotidianamente un po’ di tempo a spulciare forum, social network, community online varie popolate da scrittori o aspiranti tali. Un po’ per rispondere alle domande e farci conoscere, un po’ per scoprire cose nuove (sì, a volte gli scrittori, specie se smaliziati, sono più informati degli editori), un po’ per percepire lo zeitgeist di chi frequenta, per professione o hobby, questo bizzarro mondo dei libri, cartacei o digitali che siano.
Per questo motivo, mi imbatto spesso in discussioni in cui l’aspirante scrittore di turno, un po’ timidamente, vuole informarsi su come approcciarsi nel migliore dei modi a una casa editrice, soprattutto per chiedere come presentare un romanzo a un editore. Del resto, non è un argomento di cui si parla spesso a scuola o all’università, ma a meno che non sia un self-publisher duro e puro, uno scrittore dovrà prima o poi affrontare questo scoglio. Spesso, i turbamenti e le indecisioni sono rafforzate dal mito aleggiante dell’editore/editor come cattivone/manipolatore, alla stregua di Gendo Ikari di Evangelion.

Sì, lo ammetto, qualche volta mi sento davvero così. È grave?
Nel mio piccolo, vorrei chiarire un paio di concetti:
- L’editore non è un nemico dell’autore, ma un suo potenziale alleato (sia chiaro, chi punta a far cassa sull’ingenuità degli scrittori o tramite truffe più o meno velate per me non è un editore);
- L’editore non è nemmeno uno sciocco o qualcuno da ingannare per trarne vantaggio. Affidereste il vostro sudato romanzo a un cretino? No, vero? E allora, perchè dovreste trattarlo come tale?
- L’editore, a meno che non sia un pensionato o un ricco possidente annoiato (e sono casi molto rari), lavora per portarsi a casa il pane. E anche chi lo fa per hobby difficilmente ha voglia di perdere tempo futilmente;
- L’editore riceve già un sacco di proposte di pubblicazione; sì, anche uno piccolo e poco conosciuto. Sapete, voi scrittori siete tanti. Questo vuole dire che, tra tutte le cose che deve fare, il tempo per leggere i testi è spesso limitato e, se non vi presentate nel modo corretto, è plausibile che possa ignorare bellamente il vostro amato manoscritto.
Bene, ora vi svelo un altro mistero: presentare efficacemente il proprio romanzo a un editore non è poi così difficile. Basta seguire questi passaggi:
- Che tu abbia sentito parlare dell’editore su un forum, in una fiera del libro, all’aperitivo o che tu lo abbia semplicemente trovato per caso su Google, inizia dando un’occhiata al suo sito (se non ha un sito, è molto difficile che accetti proposte…)
- Se vedi che l’editore in questione non pubblica libri simili per generi o tematiche al tuo, cercane un altro.
- La tua proposta è in linea con le pubblicazioni dell’editore? Fantastico, ora cerca la sezione “contatti”, “pubblica con noi” o similare (se questa sezione non c’è, è molto difficile che accetti proposte…)
- A questo punto dovrai compilare un form, inviare una mail o, per editori molto all’antica, preparare una lettera. Sinossi? Curriculum generico o letterario? Testo integrale o estratto? Ogni editore ha le sue preferenze, e di regola le mette bene in chiaro, quindi semplicemente allega quanto richiesto. Se non è specificato, con una sinossi non troppo lunga (a proposito: qui vi spiego come scriverne una efficace), un estratto di 10-15mila battute e, volendo, qualche informazione sulle proprie esperienze da scrittore, difficilmente si sbaglia.
- Personalizzate il testo della vostra comunicazione; difficilmente un editore pretenderà che abbiate letto metà del suo catalogo, ma se gli fate capire di aver dato almeno un’occhiata al suo sito o alla sua pagina Facebook, è possibile che guardi alla vostra proposta con un pochino di benevolenza in più.
- Nella comunicazione, adattatevi allo “stile” dell’editore che dovreste aver percepito dando un’occhiata al sito. Se sembra molto formale, siatelo anche voi. Se invece è più scherzoso, potete probabilmente permettervi di fare qualche battuta o di dargli del tu (è il nostro caso). Chiaramente, il formale non dovrebbe sfociare nell’ossequioso, né l’informale nell’offensivo. Dopotutto, siamo esseri umani anche noi, anche se può non sembrare.
Bene, è arrivata la parte dell’articolo che stavate aspettando: sulla base di proposte di valutazioni che abbiamo realmente ricevuto in questi primi anni, ecco quello che dovreste fare se ci tenete a far cestinare immediatamente il vostro “manoscritto” (perché si continui a chiamarlo così anche quando è un file virtuale, non l’ho ben capito, ma vabbè):
- Inserire in chiaro gli altri 50 indirizzi di editori a cui state inviando la vostra proposta (sarebbe meglio inviare email mirate, ma se proprio dovete spammare, magari non fatevi sgamare…)
- Millantare di essere sicuri di vendere 200.000 copie.
- Vantarvi di aver già venduto migliaia e migliaia di copie, quando poi il vostro ebook galleggia solitario oltre la 100.000esima posizione su Amazon.
- Commettere una lunga serie di strafalcioni ortografici nelle tre righe di accompagnamento alla mail (in questo caso, probabilmente la proposta non sarà scartata automaticamente, ma letta ad alta voce in compagnia di amici e parenti per burlarsi di voi).
- Proclamarvi discendenti di Gesù (sì, è successo davvero. Più di una volta). PS: se interessati al vostro testo, gli editori potrebbero controllare il vostro profilo Facebook, Twitter o Linkedin per capire che tipo di persona siete; dare parvenza di essere un mitomane, uno psicopatico o in generale un personaggio sgradevole potrebbe avere effetti controproducenti.
Non male l’erede di Giesù!
E pensa che ce ne sono stati ben due (forse fratelli? :D)