Premetto che dopo aver praticamente “scritto nella mia testa” l’articolo durante la mia gaia permanenza al Salone, cinque minuti prima di trovare il tempo per trasporlo in bit, scopro di essere stato preceduto da Cultora. Dal momento che già il titolo era un plagio all’Oltreuomo, decido di non preoccuparmene più di tanto e scriverlo lo stesso.

Anche perché, nel mio caso, la prospettiva non è da standista, ma da osservatore/cazzeggiatore che ha deciso di passare il weekend in fiera invece di rilassarsi o fare delle passeggiate o dedicarsi ad attività “normali”. Comunque, ecco i Tipi Umani del Salone del Libro di Torino, dal più comune al più raro:

  • Quello che ci finisce per caso

Tra la stragrande maggioranza di italiani che con i libri hanno ben poco a che fare, capita che qualcuno finisca al Salone, perché attratto dal battage pubblicitario o dal vip di turno, o da chissà che cosa. Mentre fanno due ore di fila per sentire la presentazione di Benedetta Parodi o di chi per lei o si accalcano nei super-stand dei grossi editori a guardare con perplessità questi pezzi di albero morto cosparsi da inchiostro, non hai bisogno di aver doti sovrannaturali per leggere nelle loro menti i “ma non potevo  andare al mare come tutti i miei colleghi?”

  • Il Finto Intellettuale

Come molti “credenti” vanno in chiesa solo a Natale e a Pasqua per pulirsi la coscienza per il resto dell’anno, così accade per la forte schiera di intelettualoidi che timbrano con regolarità il cartellino al Lingotto, ma in libreria li vedi se va bene il 23 dicembre. Sebbene il loro aspetto  ricercato, che comprende immancabilmente giacche di tweed (ma come fanno con questo caldo?!) con le toppe ai gomiti, barba folta ma non troppo e quotidiano di sinistra sottobraccio, li distingue dal pubblico dei “casual”, di fatto il loro comportamento è lo stesso, cioè distratto e generalista, con la differenza che si lamentano di più e comprano ancora meno.

tipi umani salone libro

I primi hanno più soldi da spendere in libri dei secondi.

  • Il  Vero Intellettuale

Come sopra, con la differenza che è più brutto e trascurato dell’intellettuale finto, ma compra qualche libro in più.

  • L’alternativo

Gli eventi culturali attirano regolarmente quei personaggi che sembrano uscire dalla cameretta solo per queste occasioni. Quale che sia la loro nicchia di riferimento (appassionati di fantasy, metallari, gotici, programmatori,  etc.), li vedrai ronzare intorno ai 2-3 stand che vendono i libri che interessano a loro, parlottare delle ultime novità con i loro consimili, e poi scomparire improvvisamente, per riapparire alcuni mesi dopo al Lucca Comics.

  • Lo scrittore

Non è difficile riconoscere uno scrittore in una fiera del libro: lo vedi pimpante nei pressi dello stand dell’editore, speranzoso che i passanti mostrino qualche forma di attenzione verso il suo libro per tampinarli. Non mancano  poi gli aspiranti autori, che rimbalzano da uno stand all’altro per importunare l’editore di turno. Detto questo, lunga vita agli autori, almeno proseguono oltre lo stand di Mondadori.

lettore forte

Esempio di lettrice forte.

  • Il lettore forte

Si dice che la creatura mitologica conosciuta come lettore forte vaghi tra gli stand dei piccoli editori alleggerendosi il portafogli e appesantendo la sua sporta di volumi. Come, non ne avete visti? Beh, è una specie in via d’estinzione, si sa.

A completare il siparietto umano, rimangono: i questuanti che vogliono venderti abbonamenti o corsi fuffa (tra cui, ovviamente, Mondolibri, che qui non sono neanche i più fastidiosi), standisti sull’orlo di una crisi di nervi, editori sull’orlo di una crisi di nervi che però si sforzano di darsi almeno un tono, e un substrato grigiastro di addetti ai lavori che si prodigano in articoli sardonici come quello che avete appena letto.