Quando dico alla gente che mi occupo di editoria digitale, registro di solito tre tipologie di reazioni; la prima è “Ahhh che figata, gli ebook sono stupendi, mi hanno appena regalato un kindle e lo uso tantissimo!”; la seconda, in verità più frequente, è di solito accompagnata da un sorrisetto sarcastico, ed è “Ebook? Mah, io proprio non capisco questa moda, il libro per me deve essere di carta, sai, sfogliare le pagine, l’ odore del libro nuovo…”. Se vi state chiedendo quale sia la terza reazione, forse ancora più diffusa: contempla di regola uno sguardo smarrito, con facoltativa inserzione dell’indice nella cavità nasale, accompagnata da espressioni come “Editoria che? Ma non ti pagavano per spammare la roba su Facebook?” o suoni gutturali di vario tipo.
Ma torniamo alle prime due. La gente, appena sa che mi occupo di editoria digitale, mi inquadra come un ultras degli ebook, possibilmente intento al rogo dei libri cartacei. Lungi da me, la disputa “ebook o libro cartaceo?”, che ammorba sempre di più forum e social network, non mi interessa. Io non credo che i libri digitali siano meglio dei libri cartacei. Più comodi ed economici, sì, ma non per questo migliori. Non credo che la carta sparirà, né me lo auguro. Al contempo, sono fortemente convinto che dai libri digitali abbiamo da guadagnarci tutti.
Perché? Beh, facciamo l’esempio della musica. A differenza del libro, la musica registrata, pur avendo una storia più recente, ha conosciuto formati molteplici, ma sono stati gli mp3 a rivoluzionare le modalità di fruizione dei brani. Lasciando perdere il discorso della pirateria (HARRRRR), la musica digitale ha superato il concetto di album e singoli, e ci ha dato la possibilità di ascoltare quello che vogliamo, dove vogliamo e come vogliamo. Se preferiamo farci un cd a partire dagli mp3, nulla ce lo vieta (vabbè, a parte i DRM, ovviamente). C’è una parola per descrivere tutto ciò: fluidità.
Oggi ci sono gli ebook che si comprano da Amazon o vattelapesca a un prezzo di gran lunga inferiore al cartaceo (anche se molti editori non ci sono ancora arrivati) e si fruiscono come e dove ne abbiamo voglia, dall’ereader piuttosto che dal cellulare o dal pc. Domani forse ci sarà il vociferato “Spotify dei libri”. Dopodomani magari una biblioteca universale virtuale, con la possibilità di stamparti e rilegarti il cartaceo, per chi lo preferisce, a casa e con un costo irrisorio.
Chi ci guadagna da questa fluidità? Beh, ovviamente il lettore, se è abbastanza furbo da uscire da schemi mentali obsoleti e senza senso come “la tecnologia è nemica della cultura”. L’autore, se abbandona il sogno di sfornare best-seller e insegue quello molto più realistico (e forse, alla fine, anche più gratificante) di trovare la sua nicchia di lettori instaurando un dialogo con loro. Ma anche l’editore, il cui lavoro oggi può essere molto più semplice e, in definitiva, molto più divertente, se riesce ad abbandonare la sua torre d’avorio e cogliere le nuove opportunità offerte dalla fluidità del digitale, invece di continuare a nascondere la polvere sotto il tappeto.
Quindi, a proposito del dilemma “ebook o libri cartacei”, io suggerirei di lambiccarsi meno con “l’autoerotismo mentale” e, invece, leggere di più. Come ne avete voglia voi.
Per approfondire la vostra conoscenza dell’editoria digitale, consulta le nostre FAQ, mi raccomando!
[…] Mi è appena balenata l’idea di scrivere un post sul mio dilemma tra i vantaggi del cartaceo o dell’ebook, che mi compare sul web questo post. […]
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