Premessa: gli editori si lamentano molto, a volte a ragione, a volte a torto. Gran parte di queste lamentele sono rivolte nei confronti di scrittori e aspiranti tali, è naturale. Quella che ho letto e sentito più spesso probabilmente è “gli scrittori pensano che tutto gli sia dovuto, ritengono che una volta presentato il manoscritto e firmato il contratto l’unica cosa rimasta da fare sia attendere le royalties milionarie, sono disposti ad alzare il culo solo per un invito da Fazio, e anche in quel caso se la tirano”.
Si tratta evidentemente di un’esagerazione, e spesso è proprio una falsità: nella mia breve esperienza da editore, i nostri scrittori sono quasi sempre stati entusiasti, pieni di idee e ben disposti a dare una mano; magari un po’ petulanti e insistenti, ma per una buona causa. Magari mi è andata di culo, perché in giro sento tutt’altro.
Ecco, forse molti aspiranti autori hanno le idee un po’ confuse, o meglio, una visione “mitizzata” dello scrittore che non corrisponde più alla sua controparte “2.0”, oppure è sempre stata ingannevole e lontana dalla realtà.
Nel mio piccolo, potrei azzardarmi a sostenere che i miti da sfatare sono questi:

Bel film eh, ma, se volete scrivere, toglietevelo dalla testa
1) Lo scrittore fa un sacco di soldi
Ecco, partiamo subito sul più bello. Se vedete un tizio girare in Ferrari con una strappona a bordo, pensate “Uff, che invidia, questi scrittori…”? Eppure il mito di “scrivere per arricchirsi” persiste. In una società dove purtroppo il dislivello tra la gente “normale” e gli straricchi aumenta sempre di più, molti sognano di cambiare fronte, e in effetti scrivere un libro può essere una scelta di vita migliore che puntare tutto sui gratta e vinci.
Tuttavia, quanti sono gli scrittori di mestiere in Italia? Pochi, molto pochi. E, spesso, guadagnano molto di più dalle apparizioni in TV, dalle consulenze, dalle “marchette” sui giornali, dai convegni e quant’altro che dalle royalties da scrittori.
2) Lo scrittore deve scrivere e basta
Probabilmente, alcuni guardano “Scoprendo Forrester” e già non vedono l’ora di passare la vita a sbevazzare e guardare i ragazzetti che giocano a basket rinchiusi nel proprio appartamento. Scherzi a parte, con rarissime eccezioni, lo scrittore di successo è anche un “personaggio”. Siete introversi, vi manca la battuta facile, non amate stare in mezzo alla gente? Poco male, c’è internet. Ma difficilmente il vostro libro inizierà magicamente a vendere migliaia di copie se nessuno sa chi siete. E quindi, sì, dovete metterci la faccia. O, almeno, la tastiera.
3) Pubblicare un libro ti rende famoso e stimato
Ok, amate il vostro libro come se fosse un figlio. Anche il vostro partner e vostro cugino la pensano nello stesso modo (oppure, fingono bene). Allora, appena il libro sarà pubblicato, tutti faranno la fila per un autografo o una stretta di mano, vero?
Ecco… non è proprio così. E’ più facile che la pubblicazione di un libro vi porti invidie e antipatie che adorazione e lodi. Ma, soprattutto, alla maggior parte della gente non importerà granché. Pensateci: se non guardate mai la tv, il fatto che il vostro vicino di casa o il vostro panettiere di fiducia sia finito tra il pubblico di Domenica In vi sconvolge la vita? Ecco, appunto. La gente ha mutui da pagare, capi iracondi, suocere insopportabili, figli scalmanati ecc. ecc… Il vostro libro sarà l’ultimo dei loro pensieri, garantito.
4) Lo scrittore è il giudice ultimo e supremo della sua opera
“Il libro è mio e lo gestisco io!” potrebbero dire molti autori gelosi di ogni singola virgola del loro capolavoro. Ma il mestiere dell’editor (di una casa editrice o libero professionista, cambia poco) non è quello di rompervi le scatole, ma di migliorare il vostro testo e farvi vendere di più: sono professionisti e sanno quello che fanno… beh, di solito. Ma se l’autore potrà magari accettare controvoglia i consigli dell’editor, non sia mai stare a sentire le lamentele di un proprio lettore! Mi dice che non gli è piaciuto il finale? Sarà per forza un idiota. Lo ha trovato noioso? Che torni a leggere le barzellette di Totti! Ha osato segnalare la presenza di refusi? Dev’essere quel tizio a cui ho rubato la merendina in seconda elementare, che cova rancore e vuole vendicarsi! Dare ascolto a chi ha speso tempo e soldi per una mia creazione intellettuale e magari vuole darmi una mano? MAI!
Dite che ho esagerato? Esprimete la vostra collera o, preferibilmente, le vostre educate opinioni nei commenti.
In quanto scrittrice, non posso che concordare pienamente su tutta la linea, tranne sul fatto che proprio perchè le persone hanno una vita stressante spesso si rifuggiano nella lettura per distrarsi dai loro problemi. Quasi tutti gli scrittori che conosco hanno un doppio lavoro, se fortunati in ambito creativo/letterario come me, altrimenti qualcosa che non c’entra nulla con la scrittura.
Ovviamente rifugiano con una g sola!
In effetti non hai tutti i torti! Però è più tipico dei “veri lettori”, per un lettore “occasionale” il libro è spesso per i momenti di relax o le feste
Scrittrice per scommessa e per divertimento. La prima ad essere rimasta sorpresa per la pubblicazione del mio libro penso di essere stata proprio io. La soddisfazione provata il giorno in cui una ragazzina mi ha chiesto notizie sui protagonisti, come fossero persone reali, impagabile… L’aiuto ricevuto per l’editing ha dato i suoi frutti ed ora continua il divertimento con le mie presentazioni e le domande più impensabili del mio pubblico di adolescenti e… chi l’avrebbe mai detto …mio coetaneo . Complimenti per l’articolo, ricco di informazioni e buoni consigli per noi scrittori alle prime armi.