Dal momento che è il 24 di luglio e siete tutti belli spaparanzati in spiaggia o in procinto di farlo, è il momento giusto per scrivere un bell’articolo polemico, così non se lo leggerà nessuno e quindi non riceverò insulti!
Il tema? Ogni anno ci sono sempre più iniziative per la promozione della lettura. Ogni anno sempre meno persone in Italia leggono… Ora, io non sono un drago nel campo della logica, ma anche un bambino può dedurre che queste campagne non stanno avendo i risultati desiderati, no? E, azzardo, forse si sta sbagliando qualcosa?

Gli efficaci metodi dell’editoria italiana per recuperare lettori!
E allora, se nessuno riesce a capire come convincere i non-lettori (e, soprattutto, gli ex-lettori) a riprendere in mano un libro (o, perché no, un ereader), cerchiamo di capire quali sono i metodi che non ottengono alcun risultati, o sono addirittura controproducenti, per stimolare alla lettura.
Secondo me:
- Rafforzare lo stereotipo dell’intellettuale nella torre d’avorio, superiore ai comuni mortali perché è disinteressato dalla mondanità, gli basta essere consapevole di essere superiore grazie alla sua ammirevole cultura. Su Facebook ha più mi piace Fabrizio Corona o Alessandro Baricco? Ecco, ci siamo già risposti…
- Fare passare la lettura come una “buona azione”. Non facciamo gli ipocriti: se non siete Ned Flanders, è più divertente fare i bravi o i cattivi? Meglio un minestrone (ehi, non barate, niente patate e nemmeno un filo d’olio!) o un piattone di pasta al forno? Per ogni persona che si convince a comprare un libro per ogni Natale in questo modo, perdi un potenziale lettore accanito. E agli editori conviene?
- Contrapporre la lettura ai videogiochi. Dopo che ci si è resi (fortunatamente) conto che demonizzare tv non solo è inefficace, ma non ha proprio senso, a 30 anni dall’uscita di Super Mario Bros ci sono ancora persone che considerano i videogiochi come la fonte di tutti i mali della società contemporanea (ma poi ti intasano la bacheca Facebook con le notifiche di Candy Crush). E, dal momento che non ho passato i 14 anni da COSI’ tanto tempo, so bene che per ogni articolo o proclama bacchettone ci sarà un ragazzo che dirà “Ah, secondo questi matusa giocare a GTA mi rende una brutta persona mentre leggere Manzoni fa bene? Indovina che cosa farò stasera!”
- Contrapporre cultura e tecnologia. Tolta una piccolissima fetta di bibliomani tradizionalisti che, per definizione, leggono già abbastanza, contrapporre il “sano” libro al “malsano” smartphone non funziona, con le generazioni più giovani per ovvi motivi, ma neanche con quelle più mature. In primo luogo perché l’esistenza stessa degli ebook ridicolizza ormai da un decennio questa contrapposizione. Ah, dite che c’è chi ancora fa finta che gli ebook non esistano?
- Proporre i libri sbagliati. Quest’ultimo punto è quello che ha più probabilità di portarmi a una querela: c’è uno scarto troppo netto tra il mondo “ideale” promosso nei rari programmi televisivi dedicati, nei concorsi e nelle campagne di promozione della lettura, e quello “reale” che notiamo nelle librerie, dove i titoli che vendono considerevolmente sono quelli “scritti” dal vip di turno e i fenomeni commerciali più o meno passabili, in qualche caso anche di buona/ottima qualità. Togliamoci la spocchia, e se non pare opportuno nemmeno a me pubblicizzare più di quanto non venga già fatto il libro di Francesco Sole e chi per lui, non vale forse la pena di mettere in evidenza titoli che già hanno un certo appeal “naturale”, invece di propinare il mattone di turno, certamente dall’alto valore letterario, ma magari non molto appetibile per uno che non va oltre la Gazzetta dello Sport il lunedì mattina da oltre dieci anni?
Bene, ho detto la mia. E voi cosa ne pensate? Conoscete modi ancora più efficaci per convincere le persone a continuare a non leggere? 😀
Penso che un problema sia la ghettizzazione della letteratura di genere o comunque il non considerarla degna di essere promossa e proposta cone incentivo alla lettura, mentre l’altro sta nell’insistere sull’aspetto culturale della lettura, si deve leggere perché le persone colte fanno così, perché se leggi divento in qualche modo migliore, quando la narrativa è prima di tutto intrattenimento e come tale va proposta.
Grazie Diego per il commento. Senz’altro anche questo è un tema, che meriterebbe anzi un articolo a parte. Mancando di rispetto alla letteratura di genere si fa un torto in primo luogo a chi la legge… e direi che non siamo pochi, per fortuna 🙂
https://www.youtube.com/watch?v=BjPQalwYDcw… E’ un’ottima risposta.
LOL
Io ne aggiungerei un altro (ma io sono un bieco “markettaro”….. buuuuuu cattivo vergogna!!!!!!!!) pretendere che i nostri lettori siano “Il signor Chiunque” senza scegliere, prima della promozione di un libro (in realtà andrebbe scelto prima di scriverlo, ma sarebbe pretendere troppo….) un pubblico/target di riferimento
Anch’io sono un bieco markettaro e non hai tutti i torti, anzi, è il famoso “lettore modello” di Eco 🙂 Questo vale sia per l’editore/scrittore che per le campagne di promozione della lettura.