Articolo a cura di Lorenzo Sartori, giornalista e autore dei noir umoristici “Lo Strano caso di Michael Farner” e “Il Ritorno di Michael Farner”
Vi siete svegliati di buon umore. Sarà che vi ha baciato un raggio di sole, sarà che siete scesi dal letto mettendo giù il piede giusto (mai capito qual è). Insomma è un bel sabato mattina e siete pronti a godervi il week end. Vi infilate nella doccia, che vi godete con tutta calma, e poi mettete su il caffè.
Nell’attesa che la moka gorgogli il suo buon umore, accendete lo smartphone e controllate la posta e già che ci siete vi fate un giro su facebook. E poi vi viene in mente che sono già tre giorni che non controllate la posizione in classifica su Amazon del vostro piccolo capolavoro, figlio di mesi di duro lavoro, di notti insonni, di paranoie infinite. L’ultima volta fluttuava tra la posizione 60 mila e 70 mila. Chissà, dopo settimane, magari qualcuno ha deciso di spendere ben novantanove centesimi per leggervi, o almeno per scaricarvi. Questo, oltre a farvi sentire meglio, vi farebbe fare un balzo di decine di migliaia di posizioni, scavalcando decine di migliaia di ebook che come la bella addormentata nel bosco attendono un bacio e un risveglio.
E in effetti ora occupate la posizione dodicimilatrecentoventotto. Da qualche parte un principe azzurro, o una principessa della tonalità che volete, vi ha pensato. Il week end sembra iniziato per il meglio.
Poi nel momento stesso in cui il profumo del caffè si spande per la cucina, vi accorgete che la media delle vostre recensioni si è abbassata. Sì, prima le stelline dorate erano quattro e mezzo: c’era la vostra entusiastica recensione a cinque stelle, scritta con un nick, ovviamente, e quella misteriosa a quattro stelle di un lettore sconosciuto, a cui avreste offerto una cena e magari di dirigere il vostro futuro fan club. Ma ora le stelle dorate sono esattamente tre. Non siete bravi in matematica (del resto è per questo che scrivete) ma sentite l’odore della stroncatura. E quell’odore sta coprendo anche il profumo del caffè, il profumo di un week end che già si è guastato. Ebbene sì, vi è toccata una crudele, cinica e beffarda stroncatura da una stella. In quella riga e mezza, contenente anche un refuso e un errore di sintassi, uno sconosciuto vi fa capire di lasciare perdere. Che le oltre seicentomila battute che vi sono costate 5 litigi con il partner, 12 week end davanti al computer e una quantità incalcolabile di ore di sonno perse a scrivere o a pensare dialoghi e scene cruciali del vostro romanzo, non valgono 99 cents.
Ecco, a questo punto bevetevi il caffè prima che si raffreddi e non disperate, perché potreste in realtà avere scritto un classico. Non ci credete? Ecco dieci esemplari stroncature prese da Amazon. Se non altro siete in buona compagnia.
“Polpettone amoroso di autrice ventenne ambientato nell’Inghilterra di fine ‘7oo.”
(Orgoglio e pregiudizio, Jane Austen)
“Altro che thriller. Pagine su pagine di tediose descrizioni, tediosi elenchi, tediose dissertazioni religiose. Ogni tanto, un cadavere, un po’ di sangue, un sospetto. E poi ancora tediosi riferimenti, tediosi particolari, tediose citazioni in latino
“Emma è detestabile, Charles fa pena, i 2 amanti sono un corollario. Antico e piuttosto muffuso.” (Madame Bovary, Gustave Flaubert)
“È un libro penoso come si fa a scrivere in questo modo. Lo cancellerò dalla mia biblioteca o quanto meno lo dimenticherò, mi dispiace di averlo acquistato.”
(Il grande Gatsby, Francis Scott Fitzgerald)
“Una storia senza capo né coda, priva di un senso e di un filo logico, e non ci si capisce praticamente nulla […] Sono le troppe metafore e i racconti sconclusionati, scritti qua e là senza una precisa corrispondenza, che rendono questo libro incomprensibile.” (Il piccolo principe, Antoine de Saint-Exupéry)
“È nulla di più che una storia di pedofilia.
Potrò sembrare drastica, ma a mio avviso andava proprio censurato.
Sono arrivata alla fine solo ed esclusivamente per vedere sin dove si spingesse l’autore.” (Lolita, Vladimir Nabokov)
“A me pare un libro sostanzialmente vuoto e per nulla comico come dicono molti, sembra una cosa scritta per bambini ma venuta male.” (Cent’anni di solitudine, Gabriel Garcia Marquez)
“Nonostante le recensioni siano tutte favorevoli, io ritengo che un libro tale non debba essere nemmeno letto.” (I dolori del giovane Werther, Johann Wolfgang Goethe)
“Ancora prima di terminarlo mi stavo chiedendo a chi poterlo dare (forse ad una biblioteca o venderlo come usato?) affinché un libro così brutto non occupi spazio nella mia libreria. Ma che razza di dono sarebbe uno che tedia chi lo riceve ed offende il buon gusto di chi lo regala?” (L’insostenibile leggerezza dell’essere, Milan Kundera)
“Se vi interessa un trattato sui cetacei questo è il libro che fa per voi, altrimenti andate incontro ad una noia assoluta.” (Moby Dick, Herman Melville)
Leggi anche “Le Recensioni su Amazon”
Sul grande gatsby sono quasi quasi d’accordo…
nooo, uno dei miei libri preferiti
In realtà su una di queste, che non cito per evitare di essere linciato, sono d’accordo anch’io! Ma il senso è che le cattive recensioni arrivano a tutti, ecco 😛 (Marco)
Moby è (anche) una monografia sui cetacei. ?