Articolo a cura di Alessio Filisdeo
Avete letto Una notte di ordinaria follia ma non ne avete ancora avuto abbastanza del vampiro Nik? Perfetto! Perché molto probabilmente nemmeno Nik ne ha avuto abbastanza di voi, soprattutto se siete ragazze!
Nei giusti ambienti (e per “giusti” voglio dire “sbagliati”), Nik è già diventato un’icona da adorare e imitare. Il segreto del suo successo? No, non è il sex appeal come crede lui, e nemmeno i miliardi di dollari di cui dispone, come credono i suoi molteplici nemici.
Dipende tutto dal concretizzarsi di una domanda, una domanda, ovviamente seguita da una risposta, che rigiro a voi.
Cosa fareste se veniste trasformati in vampiri?
Sì, proprio voi, voi persone comuni, voi tizi a caso, coi vostri sogni, i vostri vizi e le vostre passioni. Voi ragazze e ragazzi che la sera uscite a divertirvi, che andate al cinema, che giocate coi videogames e a cui, detto tra noi, frega abbastanza poco del prossimo, se non quando può esserci di aiuto in qualche modo.
Non sto parlando di gente vissuta secoli fa, ma di voi, di noi, di me. Figli del Ventesimo Secolo in tutto e per tutto.
Se foste dei vampiri, lo ripeto, cosa fareste? Se foste immortali, dotati di capacità fuori dal comune, di forza e velocità e resistenza eccezionale, come vi comportereste? Ve ne stareste lì, tormentati, a chiedervi i perché e i percome oppure ve la ridereste di gusto? Vi importerebbe ancora dell’amore, del romanticismo, del giudizio degli altri, della vostra stessa umanità? Oppure prendereste a fare del mondo il vostro parco dei divertimenti infischiandovene delle conseguenze?
La risposta, almeno per me, è colpevolmente (e piacevolmente) ovvia.
Mettere da parte i falsi moralismi sarebbe liberatorio, e quale creatura più libera di un vampiro esiste davvero? Parlo di quegli scalmanati bastardi non-morti che bevono sangue umano come se non ci fosse un domani; di quei dannati abitanti del mondo moderno che si beffano della Legge e dei luoghi comuni, uccidendo umani perché sì, perché è divertente, perché nessuno può fermarli.
Nik è tutto questo e molto altro ancora: è un quarantenne nel corpo freddo di un diciassettenne che non è mai cresciuto davvero, che vive costantemente nel bel mezzo di una crisi di mezza età, credendo lui per primo di essere ancora un adolescente. Sa cosa vuol dire essere un vampiro non perché lo sia da tempo immemore, non per esperienza, ma perché li ha visti nel film, perché ha idealizzato e fatto sua una certa filosofia di non-vita, e accidenti se se la gode!
Nessun freno, nessuna riserva morale, nessuna cautela: solo divertimento. Sesso, alcol, droghe e rock and roll!
Se fossimo ancora negli anni Settanta, o Ottanta, definiremo Nik come un punk: un ribelle, un rumoroso, caotico, irriverente e anticonvenzionale scarto della società. Ma oggi come oggi, essere un individuo del genere vuol dire (ovviamente generalizzando) essere dei geek, nerd incalliti nell’accezione più positiva del termine, elementi sdoganati dalle più famose serie tv del momento.
È vero, Nik agisce costantemente fuori dagli schemi, ma ha anche una profonda conoscenza della cultura pop, della tecnologia e della moda. Non per niente possiede un account twitter!
A differenza dei “vampiri veri”, quelli antichi e aristocratici dei polverosi romanzi gotici, lui è al passo coi tempi, non vive nel passato, anzi, ama il Ventunesimo Secolo in ogni sua forma, brama il futuro, ed è più che felice di adattarsi alla realtà contemporanea.
E non è tutto.
Nik è nato, ed è cresciuto e si è evoluto arrivando a farsi notare nel panorama di genere, non per cosa è, ma per cosa rappresenta.
È un diciassettenne che col suo stesso porsi critica apertamente, e scherzosamente, sebbene impietosamente, la figura del vampiro odierna fatta di ragazzini ipersensibili alle prese con problemi di cuore. È un dannato che ride di questi suoi simili che bevono il sangue delle povere bestie anziché quello umano; che va orgoglioso del fatto che alla luce del sole le sue chiappe vadano a fuoco.
Per usare le sue parole: «Il mondo ha cambiato rotta: adesso la gente trova più strano vedere dei vampiri che maneggiano pistole automatiche piuttosto che vedere vampiri che brillano come fottuti diamanti. Come se fosse normale che un cazzuto non-morto figlio di puttana rimanesse lì a chiedersi per più di mezzo secondo se scoparsela o meno quella fighetta umana!»
Ecco cosa rappresenta il vampiro Nik: non è indecisione, non è dolcezza, non è drammaticità e nemmeno struggente passione, ma pura mostruosità. È violenza, efferatezza, libidine e sfacciataggine. Insomma, il campionario completo delle più basse, e soddisfacenti, emozioni mortali.
Le fonti d’ispirazione sono state varie e molteplici: mi dispiacerebbe rovinare l’idea che potreste esservi fatti in merito leggendo le avventure di Nik. Sono certo che ognuno di voi avrà notato alcune somiglianze, magari dei rimandi, o delle citazioni, ai (purtroppo pochi) personaggi simili. Quindi farò solo un paio di nomi, nomi che forse non vi diranno nulla, o magari vi faranno sorridere accendendo la proverbiale lampadina. Anzi, lascerò che sia proprio Nik a parlare di loro a modo suo, così, tanto per concludere degnamente questo improbabile identikit di un vampiro che è già diventato cult (o così pensa lui)!
«Era l’87, credo, o l’88, non ricordo bene. Avevo rimorchiato una strega niente male, quando ancora uscivo con le streghe e non le consideravo le stronze opportuniste che di fatto sono. La tipa andava pazza per i dannati ossigenati, e non ci crederete, ma mi feci biondo platino apposta per lei. Roba che a pensarci avrei potuto chiedere lavoro a Whedon per la controfigura di Spike!
Ad ogni modo ce ne andammo al Majestic, quello di Los Angeles, sai, il cinema sulla… cazzo, ho letto che l’hanno chiuso una decina d’anni fa.
A quell’epoca davano tutti film d’autore, come si dice oggi, pellicole indipendenti o comunque non così famose.
Ci sediamo in prima fila è bam! Near Dark, con Bill-fottuto-idolo-Paxton nel ruolo di Severen: il succhiasangue più bastardo che avessi mai visto! Avrei voluto avere un fratello come lui, sul serio! E il suo canne mozze… wow! Corsi a comprane uno quella notte stessa!
Il resto, come si dice in questi casi, è storia, oppure cronaca nera.»
“Una Notte di Ordinaria Follia” – Alessio Filisdeo
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