Articolo a cura di Lorenzo Sartori, autore di “Lo strano caso di Michael Farner” (con Nativi Digitali Edizioni) e “Con L’ultimo respiro” (Con Gainsworth Publishing)

 

Lo sanno tutti che quando incontri per strada un amico o un conoscente che non vedi da tempo, alla classica domanda “come va?”, è cosa buona, saggia e giusta rispondere sempre con “bene, grazie e tu?” Mai spingersi oltre.
Questa la norma, ma se Plutone è allineato con Giove e la luna è in fase calante, può succedere che abbiate appena pubblicato un libro o peggio ancora un ebook. Essendo quindi in modalità spam, vi potrà capitare di aggiungere un “ho appena pubblicato un libro.”
Non fatelo. Ecco cosa potrebbe succedere.

 

Incontro 1. L’informatico.

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“Ma che bello, sono proprio contento… ma dai, che notizia. Guarda, lo leggerò sicuramente. Lo trovo in libreria?”
“No, è un ebook, ma lo puoi leggere anche con il computer, o il tablet o i telefono, se non hai un e-reader”
“Un che?”
“Un e-reader, un lettore di ebook.”
“E che sarebbe, questo ibuc?”
“Un libro digitale.”
“Ah, quindi non è un vero libro?
“Sì, è un libro, ma non è fatto di carta”
“Ah, guarda io amo troppo il profumo della carta.”
“Anch’io… quando non puzza. Ma adoro anche quello della curcuma e impazzisco per il bergamotto. Pensa che ho messo il mio kindle in infusione nell’Earl Grey per una settimana.”
“Scusa?”
“No, niente, pensavo ad alta voce”.
“Ah, ma quindi lo DEVO leggere con il computer?”
“Anche con il telefono, vedo che hai un i-phone 5. Sai, puoi scaricarti ad esempio la app da Amazon e…”
“La che?”
“La app, la applicazione. È gratuita.”
“Ah, ma io non ci capisco niente di tutte quelle diavolerie. Sai, uso il telefono per lavoro. Quindi solo per chiamare e magari fare le foto.”
“Per quello ti andava bene anche un cellulare da 30 euro.”
“Sì ma con l’i-phone le foto vengono meglio, dicono… Ma devo ancora capire bene come si fanno.”
A questo punto della discussione è più saggio mettersi a parlare di fotografia… Non ci capite niente? Meglio, così avrete almeno un argomento comune.

 

Incontro 2. L’entusiasta

pubblicato un ebook

 

“Ma che bello, sono proprio contento… ma dai, che notizia. Incredibile. È una cosa bellissima. Allora diventerai uno scrittore famoso.”
A quel punto inizi a schermirti, mentre lui ti rifila così tanti in bocca al lupo che da solo potresti sfamare tutti i canidi del Minnesota e dell’Alaska, licantropi compresi.
“Ma dici davvero?”
No, è uno scherzo che faccio sempre… “Sì, beh, è solo un ebook…”
“Un ebook? Caspita sei troppo avanti! Pensavo a un libro e invece addirittura un ebook. Guarda voglio proprio leggerlo. Davvero, deve essere bellissimo. Sono sicuro che sarà un successo. In bocca al lupo…”
E inizi a sentire veramente gli ululati.
“Ma di cosa parla la tua bellissima storia?”
“Mah, parla di…”
“No, aspetta, non dirmi niente, che mi togli la sorpresa. Voglio proprio gustarmelo.”
“Ah, ok comunque è un fantasy…”
“Ah, io adoro i fantasy, sono sicuro che mi piacerà un sacco. Comunque, veramente, in bocca al lupo!”
Alzi gli occhi e la luna piena ti fa capire che si è fatto tardi e non è il caso di indugiare, anche perché gli ululati si fanno sempre più minacciosi. Saluti, dopo aver fatto anche visita al retto di una balena, e ti congedi. Tornando a casa, ripensi all’incontro. Molto entusiasta il tuo amico. Sicuramente comprerà il libro. Certo, ti avesse chiesto il titolo…

Incontro 3. Il curioso.

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“Ma dai? Hai scritto un libro? Tu?”
“Sì, beh è un romanzetto… anche se ci ho lavorato sei anni.”
“E di cosa parla?”
“Mah, è la storia di Tizio che poi conosce Caio…”
“E poi?”
“E poi, niente, decidono di partire e lì inizia la storia vera e propria…”
L’amico ti fissa e capisci che vuole saperne di più, pertanto inizi a raccontare cose che non avresti pensato di rivelare neanche sotto tortura.
“Ah, interessante. Ma quindi il protagonista alla fine…”
“Beh, no, cioè non esattamente.”
“Ah, quindi invece si tratta di…”
“In un certo senso…”
“Ah, capito. Sembra una bella storia. Ma poi non muore, vero?”
“Chi?”
“Il protagonista.”
“A no, non muore.”
“E l’amico?”
“No… neanche lui…”
“Bravo, mi sembra proprio una bella storia. Pensi di scrivere anche un sequel? Se lo scrivi quello te lo leggo. Questo va beh, ormai ho capito come finisce, ma se scrivi il seguito lo voglio proprio leggere… ci metterai sempre sei anni, vero?”